Crotone, il “permesso” di governare e lo smacco di Pugliese ad un sistema traballante

26 febbraio 2019, 16:38 Imbichi

“Una politica di Stato onesta è il saggio impiego delle meschinità individuali per il bene pubblico”, scrisse nello scorso secolo il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln. Una massima da applicare anche nella gestione della Cosa pubblica a livello cittadino, dove le meschinità individuali hanno sempre prevalso sul bene comune.


di Francesco Placco

In politica è importante rendersi indispensabile. È fondamentale: si diventa così un punto di riferimento fisso, imprescindibile. E vale tanto a livello nazionale – così come è possibile constatare ancora una volta proprio in questi giorni – quanto a livello locale. Anzi, vale soprattutto a livello locale.

La scena politica di Crotone ne è un esempio perfetto: le solite facce, verrebbe da dire, in ogni circolo e partito che nonostante l’età si trascinano in eterni dibattiti e discussioni. In fondo, questi siamo. Ma a voler identificare il perfetto volto dell’indispensabilità locale, non può che venire in mente lui: Enzo Sculco, con i suoi Demokratici.

Da anni infatti la sua politica aleggia sulla città e finisce - nel bene e nel male – per “influenzare” un po’ tutti. Mentre si attendono i frutti della sua politica per rimettere in moto Crotone” (LEGGI), ai cittadini sono rimaste più impresse le sue “litigate”: con Sergio Iritale (LEGGI), con Peppino Vallone (LEGGI), che nel frattempo chiede al PD di “eliminare le ambiguità” e striglia l’amministrazione (LEGGI); passando per l’arcinoto astio con Pasquale Senatore (LEGGI) e le diverse sfuriate negate dai diretti interessati (LEGGI).

Attacchi più personali che politici, che hanno interessato nemici storici ed ex alleati. Un copione trito e ritrito, che si è ripresentato anche nei giorni scorsi con il “battibecco” tra Pugliese e Sculco: il primo che rivendica autonomia (LEGGI), il secondo che, sorprendentemente, concorda nello smorzare i toni (LEGGI).

Un atteggiamento di buon senso, come si vorrebbe tra adulti amministratori del bene pubblico, o solo una resa temporanea?

Le spaccature nell’attuale maggioranza sono più evidenti che mai (e vengono raccontate da diversi mesi, su questa testata), ed esplodono non appena ne hanno la possibilità. Per una volta, pare che il “sistema Sculco” stia traballando, ed Ugo Pugliese potrebbe – potrebbe! – essere il primo sindaco a smarcarsi realmente dalla sua maggioranza.

Riuscirà ad andare sulle proprie gambe? Guardando ai numeri sembrerebbe di no, ma visto il grande peso delle sue deleghe, e dato il coltello dalla parte del manico, non è da escludere un cambio di rotta negli atteggiamenti che fino ad ora hanno riguardato negativamente l’amministrazione. Sempre che ne abbia intenzione.

In fondo, è lo stesso Pugliese che, sin dal suo insediamento, va ribadendo di “non avere fili sulla testa” e di non essere la marionetta di nessuno, e che oggi si ritrova costretto a dover rivendicare il suo ruolo da primo cittadino. Una situazione paradossale, che tuttavia pare una realtà consolidata.

In politica è importante rendersi indispensabile. Ma anche il più indispensabile dei soggetti, prima o poi, perderà la sua influenza. E mentre assistiamo ad un lento e costante tramonto, dovremmo preoccuparci anche di chi ci troveremo di fronte, alla prossima alba.