Lavoro: Cgil, governo e candidati Regione sostengano De Masi
La Cgil chiede ai candidati alla Presidenza della Giunta regionale "di sostenere subito, non a parole, ma con atti concreti, la difficile vertenza dell'Azienda De Masi". Lo affermano, in una nota, Michele Gravano e Nino Costantino, rispettivamente segretario generaale regionale del sindacato e segretario comprensoriale.
"Le notizie circa il fallimento della mediazione tra l'Azienda De Masi e le banche con relativa apertura delle procedure di licenziamento di 40 lavoratori, oltre alle inevitabili conseguenze sulle altre aziende, ci impone di svolgere - sottolinea - una seria riflessione sul modo come le banche, soprattutto nel Mezzogiorno, finanziano o meno le attività produttive, sul loro ruolo nei processi economici, sulla capacita' di crescita di territori come la Piana di Gioia Tauro e la Calabria. Anche per discutere e prendere comuni posizioni su queste tematiche la Cgil ha invitato al proprio direttivo regionale, a cui parteciperà la segretaria confederale nazionale Gianna Fracassi il prossimo 19 novembre, anche l'imprenditore Nino De Masi. Come Cgil - aggiungono - esprimiamo, quindi, profonda preoccupazione per la grave situazione che vive il gruppo De Masi, le cui aziende non sono in crisi produttiva o di commesse ma soffrono degli alti tassi di interesse che ne stanno soffocando la sopravvivenza. Eppure vorremmo ricordare che l'imprenditore De Masi vive sotto scorta, che i capannoni delle proprie aziende sono state più volte presi di mira dalla ndrangheta, che il Procuratore De Raho, dopo poche settimane dal suo insediamento, ha partecipato ad una riuscita manifestazione di solidarietà".
A parere di Gravano e Costantino " la battaglia per la legalità deve essere condotta in modo inflessibile e serio, soprattutto in territori come quello della Piana di Gioia Tauro. Per questo - aggiungono - chiediamo al Governo, al Presidente del Consiglio Renzi di dire come vuol salvare queste importanti aziende, quali provvedimenti anche legislativi vuole costruire per impedire alle banche di soffocare l'imprenditoria produttiva, soprattutto nel Mezzogiorno. Il Presidente del Consiglio, però, appare - continuano - sempre piu' impegnato ad indebolire il mondo del lavoro con un pessimo job act, con l'eliminazione dell'art. 18 e con una legge di stabilità che penalizza i lavoratori, i precari e il Sud. Il presidente del Consiglio e il Governo hanno scelto di stare dalla parte dei poteri forti e di Confindustria. Noi invece sosteniamo le imprese che si battono contro la mafia e che rappresentano, assieme al mondo del lavoro, un pezzo insostituibile di democrazia nel Mezzogiorno. La Cgil - concludono - continuerà la battaglia, il 7 novembre a Gioia e Lamezia con i precari, il 13 novembre con lo sciopero dei metalmeccanici a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori della De Masi fino allo sciopero generale di dicembre".