Confagricoltura e Cia sulle elezioni del Consorzio di Bonifica del Tirreno Catanzarese

Catanzaro Attualità

“Il Consorzio di Bonifica del Tirreno Catanzarese si appresta il 9 novembre ad eleggere i propri organismi. Sono tante le ragioni che rendono importante l’appuntamento elettorale dei Consorzi, le cui procedure propedeutiche sono state viziate nella forma e nel merito, al solo scopo di consentire il mantenimento dello status quo dell’attuale governance.” È quanto si legge in una nota congiunta di Confagricoltura e Cia (Confederazione Italiana Agricoltori).

“Tutti i Consorzi di Bonifica della Calabria, - prosegue la nota - tranne quello dello Ionio Catanzarese, hanno, difatti, approvato un regolamento elettorale che introduce modifiche statutarie prive della necessaria copertura procedurale.

Il regolamento elettorale prevede che ciascun consorziato possa esercitare il proprio diritto di voto attraverso l’istituto della delega, purché questa sia autenticata da un Funzionario del Consorzio delegato, da un Notaio, da un Sindaco o suo delegato ovvero dal Segretario Comunale.

Sul punto Cia e Confagricoltura ritengono che il regolamento modifichi l’articolo 12 dello Statuto Consortile, che prevede l’autentica solo nei casi di comunione, e che le modifiche di Statuto, così come previsto dall’articolo 18, lettera f, dello Statuto Consortile, siano approvate dalla Giunta Regionale della Calabria e non con semplice provvedimento del Consiglio dei Delegati del Consorzio.

Cia e Confagricoltura e alcuni consorziati dello Ionio Crotonese hanno inoltrato un ricorso pilota innanzi al TAR della Calabria avverso le disposizioni regolamentari suddette, avvisando l’Assessore Regionale all’Agricoltura, al di là del vizio procedurale, di tutti i pericoli e le contraddizioni che si annidavano nel regolamento, compresa la compromissione della terzietà dell’Ente consortile rispetto alla generalità dei consorziati.

Il TAR Calabria non ha accolto la richiesta di Cia e Confagricoltura di annullamento totale del Regolamento, sostenendo che la disciplina del voto nei Consorzi di Bonifica è regolamentata dal DPR 947/62 e non dalla legge regionale 11/2003, palesemente violata dal regolamento con riferimento alle norme statutarie, ma ha invitato l’Ente Consortile, in autotutela, a riformare il suddetto regolamento nella parte in cui si prevede l’autentica delle deleghe da parte dei dipendenti del Consorzio di Bonifica perché contrario alle disposizioni dell’articolo 2 del DPR 947 del 1962.

Difatti, - si legge ancora nella nota - il DPR citato all’articolo 2 prevede che il voto per delega nei consorzi di Bonifica possa essere espresso soltanto se la delega è autenticata dal notaio o dal segretario comunale e non da altri soggetti.

Una sentenza, quella del TAR, contraddittoria e singolare, che riconosce la validità del regolamento emanato dal Consorzio, nell’introdurre l’autentica della delega, ma allo stesso tempo ne riconosce la contrarietà alla legge, il DPR 947 del 1962, che non prevede l’autentica della delega da parte dei dipendenti del Consorzio.

Il TAR nel suo dispositivo rileva una violazione di legge e un eccesso di potere da parte del Consorzio, ma si limita a raccomandare al consorzio un intervento in autotutela, anziché procedere all’annullamento del regolamento.

Insomma un vero e proprio pasticcio giuridico avverso il quale Cia e Confagricoltura hanno avanzato ricorso innanzi al Consiglio di Stato.

La Regione Calabria e l’assessore all’Agricoltura avrebbero dovuto e potuto rilevare ciò che il Tar ha rilevato, invitando i Consorzi, così come ha fatto il Tar, a rivedere il regolamento.

Un regolamento beffardo, quello del consorzio, al quale Cia e Confagricoltura si oppongono decidendo di non partecipare alle elezioni consortili perché sono venute meno le condizioni della democrazia e della uguaglianza tra i consorziati.

Cia e Confagricoltura auspicano, - conclude la nota - al di là delle decisioni dei giudici, che il prossimo assessore Regionale al ramo, ponga fine ad una pantomima che ha il sapore dei peggiori regimi, ripristini la violata legalità e riconsegni ai consorziati elezioni e sistemi di pura democrazia per un governo efficiente e moderno dell’Ente consortile, la cui gestione è ridotta al nulla e la cui assenza di programmazione di opere cantierabili è oramai intollerabile.”