Slow food sull’emergenza apicoltura

Calabria Attualità

La difesa della biodiversità è sempre stata una delle attività prioritarie di Slowfood fin dalla sua fondazione. Per tale motivo la nostra organizzazione guarda con preoccupazione alla nuova emergenza che sta colpendo gli apicoltori calabresi.

In data 5 settembre 2014 alcuni ricercatori dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ritrovavano, nel comune di Gioia Tauro, in due alveari utilizzati nel monitoraggio entomologico, alcuni esemplari di Aethina Thumida.

L’Aethina Tumida è un coleottero, che, pur non essendo un parassita specifico delle api riesce a colonizzare gli alveari. La zona di origine è l’Africa ma ormai vive da decenni in USA, Australia, Canada e parte del Sud America, dove viene combattuto con sistemi efficaci che di fatto hanno ridotto di molto la sua pericolosità. Il coleottero è stato rilevato in un’area di circa 20 km di raggio che ha come epicentro la città di Rosarno e su circa 40 focolai accertati e oltre 2000 alveari controllati l’Aethina era presente allo stato di larva solo in 3 di questi, dunque all’incirca lo 0,1%.

Il 19 settembre la Presidente della Regione Calabria emanava un decreto in cui si ordinava la distruzione dell’intero apiario, a mezzo bruciatura, anche in presenza di un solo coleottero rinvenuto in uno degli alveari facenti parte dell’apiario stesso.

Ad oggi gli alveari “bruciati” a seguito del rinvenimento del coleottero sono 2000 pari al 2% del totale degli alveari censiti in regione, con un danno economico che supera il milione di euro, molto più di quanto il coleottero avrebbe potuto fare in 10 anni di stagioni apistiche.

Le misure di contenimento appaiono spropositate sia dal punto di vista economico, come abbiamo visto, sia dal punto di vista più strettamente tecnico. Infatti, non sembrano affatto efficaci a fronteggiare l’emergenza che continua ad allargarsi. Inoltre L’Aethina è un insetto volante per tanto può spostarsi liberamente da un apiario all’altro colonizzando sempre nuovi alveari. Inoltre i servizi veterinari controllano e bonificano solo gli alveari “domestici”, ma non possono certo controllare uno sciame selvatico insediato in un muro o in un tronco d’albero che contribuirà a diffondere la minaccia che si credeva eliminata per sempre.

Va altresì sottolineato che le api sono insetti impollinatori, quindi la riduzione della loro popolazione si riflette sulle produzioni agrarie in generale, causando un danno a tutto il comparto agricolo calabrese.

Slowfood Calabria condivide la preoccupazione degli apicoltori che, pur riponendo la massima fiducia nella autorità sanitarie, non possono non rilevare che la cura è peggiore del male.

Gli apicoltori chiedono - e noi sosteniamo - la sospensione immediata della bruciatura degli apiari e l’adozione di misure che consentano alle nostre api di convivere con Aethina, come avvenuto in altre parti del mondo.

E’ urgente avviare una campagna di informazione e formazione a favore degli apicoltori che dovranno affrontare questa nuova emergenza.