Mafie: Bindi, radicate al Nord perchè esistenza negata per anni
"Se le mafie, italiane e straniere, sono ben radicate anche nel Centro-Nord è perchè per molti anni siè' voluta negare la loro esistenza, sia a livello politico che da parte di magistrati e prefetti. Oggi, grazie a sentenze definitive, abbiamo contezza della presenza di organizzazioni mafiose fuori dai loro territori d'origine. E un campanello d'allarme, che va attentamente ascoltato, è giàsuonato anche per l'Umbria". Sono alcuni passaggi dell'intervento della presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi che ha concluso i lavori di un incontro con oltre 200 studenti, dal titolo 'Mafia e droga, allarme in Umbria', promosso dal presidente della Commissione d'inchiesta regionale sui fenomeni di criminalita' e tossicodipendenze, Paolo Brutti, in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale.Secondo Bindi, "bisogna aggredire l'omertà della convenienza che porta settori interi della societa' ad accettare 'collaborazione'. Non ci sarebbe potere mafioso se non ci fosse la copertura della politica, anche e soprattutto a livello periferico e locale". Era stato il presidente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Eros Brega, ad aprire i lavori rimarcando la necessita' di mettere in campo ogni sinergia utile ad "invertire soprattutto il trend del fenomeno droga, da contrastare non solo sul fronte dello spaccio, ma anche su quello del consumo, agendo sull'informazione e sulla prevenzione". Brutti ha quindi illustrato il lavoro d'inchiesta portato avanti dalla Commissione, rimarcando che "la battaglia contro le mafie costituisce un pilastro fondamentale per il recupero di autorevolezza e di risorse da parte dello Stato". Tra gli altri interventi, quello del prefetto di Perugia, Antonella De Miro, che ha evidenziato il "grande l'impegno messo in campo dalle Forze dell'ordine, ma e' necessaria - ha detto - la collaborazione di tutti". (AGI)