‘Ndrangheta: i carabinieri di Milano risolvono omicidio del 1976
Un omicidio di 'ndrangheta rimasto insoluto per 38 anni è risolto dai carabinieri di Milano: si tratta della morte di Giuseppe De Rosa, ucciso a Milano il 9 ottobre del 1976, il cui responsabile è stato finalmente individuato in Rocco Papalia, boss dell'omonima cosca, attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano, a Napoli.
I carabinieri hanno stabilito la colpevolezza di Papalia senza nessun riscontro testimoniale grazie alle indagini dell'inchiesta "Platino", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che nel gennaio 2013 aveva condotto a numerosi arresti.
Si è così potuto fare luce su uno dei primi delitti commessi dalla 'ndrangheta a Milano, un delitto deciso per affermare la potenza intimidatrice di quello che allora veniva soprannominato "il clan dei calabresi". Ulteriori particolari saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 12 di oggi presso la Sala Stampa del Comando Provinciale Carabinieri di Milano, in via della Moscova 19. (AGI)
h 13:59 l L'omicidio di Giuseppe De Rosa era avvenuto la sera del 9 ottobre 1976 nei pressi della discoteca "Skylab", in via Massarani, vicino Corso Lodi. Qui l'uomo era stato raggiunto da tre colpi calibro 7,65, due al corpo e uno al volto, ed era morto in ospedale. Il delitto sembrava dettato dalla gelosia: le prime indagini, infatti, avevano stabilito che De Rosa, appartenente a un clan di nomadi, avrebbe importunato la ex di un affiliato alla famiglia calabrese, ma le nuove indagini dei carabinieri hanno dimostrato come dietro l'omicidio si nascondessero ragioni di controllo del territorio.
I calabresi volevano dimostrare "chi comandava sul territorio, anche militarmente" dicono oggi gli inquirenti: dopo pochi mesi dalla morte di De Rosa, infatti, partirà la stagione dei sequestri di persona, in cui la famiglia Papalia giocherà un ruolo da protagonista. La prima intenzione dei calabresi sarebbe stata quella di utilizzare dell'esplosivo ma avrebbero poi deciso di uccidere De Rosa con il "metodo tradizionale". La posizione processuale di Papalia, rinchiuso nel carcere di Secondigliano e la cui fine pena era prevista per il 2017, si aggrava ulteriormente. Le indagini sono state condotte dal pm Paolo Storari e dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, il gip è Roberto Arnaldi. (AGI)