Anno di incognite, Molinari (M5S): “Non farò mancare il mio impegno"

Calabria Politica
Francesco Molinari (M5S)

"È un anno ricco di incognite quello che attende il Paese ma, soprattutto, i calabresi. Per carità, non mi voglio sostituire a coloro i quali, dall’alto di una carica istituzionale ben più rappresentativa della mia, corre l’obbligo - ma mi piacerebbe piuttosto parlare di responsabilità, merce assai rara nel panorama politico, nazionale e locale - di dover rassicurare i cittadini italiani e, tra quelli che mi stanno più a cuore, i calabresi". E' quanto scrive il senatore M5S, Francesco Molinari.

"Nonostante tutti i proclami dei Governi succedutisi nell’ultimo decennio - continua la nota - questo Paese ha ormai preso, in una sorta di rassegnazione più o meno colpevole, la triste via del declino: si sa che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. Un inferno che i calabresi, in particolare, vivono quotidianamente tra la precarietà economica e l’incertezza sulla qualità della terra in cui abitano, deturpata da una perenne emergenza ambientale e nella quale la faccia illegale del traffico dei rifiuti si confonde con quella legale.

A guardare bene, dietro lo scempio di un Paese, Mezzogiorno ammaestrato compreso, c’è - come unico comune denominatore - l’irrefrenabile voglia di fare affari invece che politica, di piegare il bene comune all’interesse di pochi. Voglia della quale gli attuali partiti sono chiara espressione.

Le recenti elezioni regionali calabresi hanno, poi, visto un cambio della guardia non difficile da prevedere, date le nefandezze commesse dall’amministrazione scopellitiana, anticipatamente conclusasi via Legge Severino; così come hanno visto, purtroppo, l’assenza di ogni rappresentanza del M5S nella massima istanza calabrese, grazie - oltre ad una legge fatta apposta per eliminarci - all’insignificante campagna elettorale condotta da improvvisati quanto improbabili generali.

Ma le istanze dei calabresi devono continuare ad essere portate avanti: è troppo semplice accusare l’elettorato di non averci votato. Bisogna fare un “mea culpa” ed andare oltre la politica di clan e prime donne: sin quando ci sarà bisogno di semplici cittadini, il mio impegno sarà garantito, oltre le bandiere di facciata e le occasioni da parata. Come semplice cittadino tra altri miei concittadini, non mancherò - insieme a tutti gli altri - di far sentire la mia voce in Calabria, anche senza l’eco della presenza del Movimento nelle istituzioni rappresentative regionali.

E non mancherò di unire la mia voce a quella dei calabresi oppressi e tartassati da quelle istituzioni locali i cui rappresentanti pure hanno eletto; quegli stessi rappresentanti che si lasciano andare ad ogni “allegra” gestione amministrativa, fidando nell’impunità e nella complicità dell’esempio di una pessima classe politica nazionale. A questo riguardo, proprio recentemente mi è corso l’obbligo - morale e politico insieme - di chiedere conto del mancato intervento dei poteri pubblici intorno alla gestione del Comune di Cariati, su aspetti - peraltro - già evidenziati dall’intervento dei competenti organi di controllo. In questo comune lo stesso futuro dei suoi abitanti e delle generazioni a venire è in pericolo.

Ho sorriso alla lettura delle insulse farneticazioni del Sindaco nei miei confronti, segno evidente di resa ed impotenza. Se fida - lui come gli altri ras politici locali che avvelenano la vita civile dei calabresi - in una mia reazione che possa buttare in rissa la contestazione di fatti ben precisi, sbaglia di grosso. Farò, invece, tutto quanto è contemplato dalle mie prerogative istituzionali al fine di ottenere il rispetto delle leggi da lui come da parte di coloro che le violano e che - in modo ipocrita e grottesco - invocano a tutela dei loro abusi quella stessa democrazia che calpestano ogni giorno.

Del mio lavoro, poi (voglio rassicurare il Sindaco di Cariati e chi per lui), parlano le cronache parlamentari: è un lavoro anonimo, come quello della maggior parte dei cittadini che vivono onestamente e con senso di responsabilità. Ma è un lavoro costante e che non poggia in logiche clientelari e/o presenzialiste. E di un’altra cosa voglio rassicurare tutti: non ho capi né padroni.

Il popolo calabrese è il mio unico riferimento politico: a lui e a nessun altro ho vincolato il mio mandato e a lui e nessun altro lo rassegnerò, quando non sarò più in grado di garantire la mia libertà e la mia dignità personale, anche all’interno della forza politica a cui appartengo.

Sono queste le semplici promesse di un anonimo cittadino giunto - perché mandato - nelle istituzioni a tutela delle legittime aspettative dei suoi concittadini: con tutti i miei limiti cercherò di concretizzarle".