Caso di malasanità, la moglie della vittima chiede aiuto a Napolitano
La moglie di Giovambattista Carvelli, l'uomo morto a 44 anni per un sospetto caso di malasanità, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendogli di intervenire per velocizzare il procedimento penale.
La morte dell'uomo risale al 30 luglio 2007 quando si recò in ospedale per alcuni dolori al torace. I medici, secondo il racconto della moglie Rosa Fico, senza visitarlo gli prescrissero solo un elettrocardiogramma e lo mandarono a casa, non accorgendosi dell'ischemia che poco dopo gli provocò un infarto .
La donna, rimasta vedova e madre di due bimbi (di 4 anni e 9 mesi) sporse denuncia. Da allora, il ''4 febbraio 2010 di quest'anno e' stata depositata dal gip l'ordinanza di imputazione coatta per due medici. Per un terzo medico c'era gia' dal 2008 la richiesta di rinvio a giudizio. Per un quarto medico coinvolto e per l'infermiere triagista, che al dolore toracico acuto non traumatico ha assegnato il codice verde, non si sono neppure aperte le indagini, sebbene richieste da parte offesa'', spiega nella lettera. ''L'ordinanza di imputazione coatta del 4 febbraio -prosegue- e' l'ultimo aggiornamento giudiziario che ho, mentre, ancora, aspetto la comunicazione circa la data dell'udienza preliminare''.
Rosa Carvelli spiega al Capo dello Stato come sia stata difficile la sua vita senza il marito, e prova dolore nel vedere i progressi dei due figli perche' non ha potuto condividere le gioie con lui. E ora chiede che ''sia fatta giustizia per Giovanni, altrimenti e' come se me lo ammazzassero una seconda volta: malasanita' e denegata giustizia''.