Operazione “Cerbero”: una condanna, processo sospeso per 7 imputati
Il processo “Cerbero”, scaturito dall’omonima operazione antidroga effettuata dalla Dda di Catanzaro nel dicembre 2011 è arrivato stamane a due distinte sentenze: il Tribunale collegiale di Vibo ha condannato ad un anno ed otto mesi di reclusione, per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, Agos Tropeano di Santa Domenica di Ricadi, 57enne impiegato Inpdap considerato dagli inquirenti uno degli “insospettabili” del gruppo che, sempre secondo l’accusa, avrebbe rifornito di stupefacenti le strutture ricettive della costa vibonese. Per Tropeano, che è assistito dall'avvocato Mario Bagnato, il pm, Camillo Falvo aveva chiesto una condanna a 2 anni.
Sospeso contestualmente, invece, il giudizio per altri 7 imputati coinvolti nella stessa operazione: la decisione è della Corte di Cassazione che ha inviato gli atti alle Sezioni Unite della Suprema Corte affinché si pronuncino sulla rideterminazione delle pene dopo la l'incostituzionalità della legge "Fini-Giovanardi" sulla mancata distinzione fra droghe leggere e pesanti. Nel processo di appello gli imputati, tutti di Tropea, erano stati condannati, in totale, a 18 anni e 6 mesi di carcere così suddivisi: Pasquale Accorinti (4 anni e 8 mesi); Giuseppe Accorinti (2 anni e 8 mesi); Nicola Zangone (5 anni e 4 mesi); Saverio Tranfo (1 anno e 4 mesi); Francesco De Benedetto (1 anno); Giuseppe Marchese (2 anni e 8 mesi); Domenico Pugliese (10 mesi).