Riforma Inps, Cgil: “Presto mobilitazione”
“È di poche ore fa la convocazione delle Organizzazioni Sindacali da parte del Ministro del Lavoro in merito alla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro”. È quanto affermano Silvano Linguaglossa, Coordinatore regionale INPS CGIL Calabria, e Alessandra Baldari Segretaria F.P. CGIL Calabria.
“Tale incontro, che si terrà il 3 marzo rappresenta evidentemente il risultato delle azioni di mobilitazione messe in campo dai lavoratori di tutto il territorio nazionale, e che in Calabria si è concretizzata con una partecipata assemblea regionale unitaria del 18 febbraio, con il coinvolgimento delle TV locali e degli organi di stampa, e con la conseguente adesione alla manifestazione di Roma il giorno 20.
Ma quali sono i motivi che stanno alla base della mobilitazione e della protesta in atto? Ciò di cui parliamo è infatti solo il primo atto, che parte dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, di un progetto molto più ambizioso e devastante, che porterebbe allo smantellamento della pubblica amministrazione e dell’INPS in particolare.
Un progetto, quello citato, che viene da lontano e che l’attuale governo ha iniziato a tradurre in pratica con la Legge Delega 184 del 2014, Jobs Act, la stessa legge con la quale è stato di fatto cancellato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, rifiutando al riguardo ogni forma di confronto e di discussione con le parti sociali.
Il rischio è che, se andasse in porto la realizzazione dell’Agenzia ispettiva, anche un altro pezzo importante dell’Istituto legato alle prestazioni a sostegno del reddito, in un futuro prossimo, verrà sottratto all’INPS (con la costituzione della c.d. Agenzia nazionale per l’occupazione) per andare a collocarsi, entrambe, sotto il controllo diretto del Ministero del Lavoro e quindi della politica.
Quanto sta avvenendo rappresenta un’evidente operazione di “macelleria”, in netta contrapposizione rispetto al recente passato in cui il nostro Ente, quando la propria “governance” poteva definirsi tale, aveva fatto la scelta politica di ampliare il proprio campo di azione, anche in ambiti che poco avevano a che fare con quello previdenziale in senso stretto.
Se questo è il quadro in cui ci muoviamo, e se è vero (com’è vero) che i vertici dell’Istituto (Presidente e Direttore Generale), di recente nomina, non hanno preso al riguardo alcuna posizione, ciò che ne deriva è una situazione veramente drammatica.
Ma non si può assistere inerti. Nella convinzione della strategicità e della specificità del corpo ispettivo all’interno dell’INPS, come quelli delle altre amministrazioni, ma anche di una pubblica amministrazione efficiente, garante dello stato sociale e presidio di legalità, è necessario che siano messe in campo, proprio in questa direzione, tutte le energie disponibili nel percorso di confronto intrapreso con il Ministro del Lavoro.
Ancor più in un territorio come quello Calabrese, dove i numerosi fenomeni di lavoro nero e fittizio fatti emergere dal nostro corpo ispettivo, che non di rado finiscono per avviare anche procedimenti giudiziari, sarebbe necessario un potenziamento delle attività di contrasto al lavoro irregolare e migliori sinergie tra gli attori coinvolti.
Sono queste le ragioni di una mobilitazione, con il preciso intento di mettere in luce le incongruenze derivanti dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, che comprometterebbe gravemente la funzionalità di tutto il sistema ispettivo. Ma non solo, il percorso di confronto non potrà non tenere conto anche di tutte quelle misure di garanzia nei confronti dei lavoratori coinvolti riguardo le retribuzioni, i percorsi di carriera, le professionalità, i percorsi formativi, nonché l’articolazione territoriale dell’Agenzia che, al momento, non appare per nulla chiara.
Insomma un percorso ricco di insidie che vedrà la CGIL in prima linea a partire dall’assemblea unitaria del personale ispettivo di giorno 27 febbraio a Catanzaro ed in tutte le iniziative che seguiranno, ma nella consapevolezza che il risultato dipenderà anche dal sostegno e dalla partecipazione di tutto il personale dell’Istituto che, a nostro avviso, deve sentirsi coinvolto nella mobilitazione contro questo processo di “disintegrazione”, che appare tanto subdolo e devastante quanto drammaticamente alle porte”.