Cgil: la Calabria isolata ed il territorio dimenticato
"Il crollo avvenuto sul viadotto “Italia”, e il conseguente blocco del traffico sull’A3 Salerno-Reggio Calabria, che costringe gli automobilisti all’utilizzo di difficili percorsi alternativi, rendono ancora più plastica l’idea di quanto fragile sia la mobilità in Calabria". E' quanto scrivono Angelo Sposato, segretario Generale CGIL Comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno e Vincenzo Casciaro, Segretario Generale Fil -Cgil Comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno.
"Nelle ultime settimane - continua la nota - alle nostre urgenti e reiterate richieste di interventi strategici sulla viabilità del nostro territorio, fanno eco gli accorati appelli di tanti Sindaci, Amministratori del Territorio, Associazioni, che denunciano lo stato di abbandono e di insufficienza di ogni sistema di comunicazione: viario, ferroviario, portuale e aeroportuale.
D’altra parte, è evidente a tutti che, soprattutto nel territorio cosentino e della fascia jonica, di fatto è impedita la mobilità di persone e merci. I tanti tagli operati dalle Ferrovie dello Stato, hanno reso improponibile il collegamento di questa parte della Calabria, sia in entrata che in uscita. Negli ultimi anni, sono state cancellate numerose corse ferroviarie, che prima consentivano il collegamento diretto con il nord d’Italia, mentre sono state abolite numerose corse che collegavano Sibari con i capoluoghi pugliesi. Il traffico viene congestionato sulla statale 18 del Tirreno Cosentino e sulla famigerata ss106.
I ritardi che si vanno accumulando sulla futura cantierizzazione della S.S. 106 radd., poi, la dicono lunga sulla reale volontà di facilitare i collegamenti tra la Piana di Sibari e il resto d’Italia (considerato che gli interventi previsti riguarderanno solo i tratti dalla Basilicata fino a Sibari).
Il sistema portuale calabrese per rilanciare anche i destini futuri del Porto di Gioia Tauro, che è sicuramente una grossa realtà nel cuore del Mediterraneo, dovrà necessariamente tenere conto di ciò che avviene nel sistema della logica e dei trasporti transazionali e mettere in rete la portualità regionale. Da anni, la CGIL Comprensoriale insiste nel chiedere impegni concreti per il Porto di Corigliano: è l’unica struttura marittima intermedia dalla Sicilia a Taranto, che abbia caratteristiche idonee all’approdo di navi di grosse dimensioni; ha superfici enormi sia nel bacino di evoluzione, sia nelle darsene; ha un entroterra suscettibile di ulteriori insediamenti; infine, è al servizio delle Piane di Sibari e del Metapontino, ossia delle aree più produttive della Calabria e della Lucania, per quanto riguarda le risorse agroalimentari. Ciò nonostante, il Porto di Corigliano non ha ancora una definizione di utilizzo: per noi rimane valida una opzione polivalente, in cui, accanto alle funzioni commerciali a servizio del vasto entroterra agricolo, si affiancano anche un ruolo peschereccio, turistico e diportistico. Negli anni scorsi, avevamo sostenuto la possibilità di istituire, a ridosso del Porto di Corigliano, anche una piattaforma logistica agroalimentare, ma la scarsa lungimiranza delle classi politiche regionali che si stanno susseguendo, hanno fatto si che tale piattaforma si spostasse sui porti pugliesi. È necessario che il Porto di Corigliano, una volta per tutte, venga inserito strategicamente nel corridoio marittimo adriatico, e che sia collegato alle arterie viarie in modo ordinato ed efficiente: pertanto, bisogna collegare il Porto alla stazione ferroviaria di Sibari, mediante una linea ferroviaria dedicata, sempre pensata ma mai adeguatamente sostenuta. È necessario il potenziamento della S.S. 106 radd., facilitando l’accesso al Porto stesso. È necessario, in altri termini, che il Porto diventi punto di snodo delle varie modalità trasportistiche: marittima, stradale, ferroviaria. Solo in questo modo, si eviterà il ripetersi di quel tragico tentativo di utilizzare questo Porto per lo stoccaggio e il carico di rifiuti urbani, così come circa un anno fa tentò di fare l’allora Governatore Scopelliti.
L’insediamento della nuova Giunta Regionale, dà la stura alla ripresa di questioni mai adeguatamente sostenute dal precedente Governo regionale. Sarà utile quindi un adeguato confronto su questi temi, che non mancheremo di sostenere nelle prossime settimane. Così come ci preme sollecitare un più adeguato piano del Trasporto Pubblico Locale, in grado di consentire l’interconnessione tra tutti i Centri Urbani calabresi, facilitando soprattutto il raggiungimento dei grossi Centri Urbani da parte dei piccoli Comuni collinari e montani di cui è costellata la Regione. Tutto ciò sarà possibile, soprattutto se si crea un unico soggetto consortile regionale, in grado di gestire l’intera mobilità regionale, contribuendo anche alla riduzione dei costi per i soggetti più deboli, per gli Studenti e i Pendolari, che sono quelli più esposti al tema del caro-biglietti.
Anche per il sistema aeroportuale occorre fare un’analisi di contesto:negli ultimi mesi, sono diminuiti i collegamenti, peraltro mai decollati, tra la Piana di Sibari e gli Aeroporti di Crotone e Lametia Terme; colpa di una politica che vive di sole emergenze, e che non è stata in grado di pianificare collegamenti strutturati ed efficienti. Così, se da una parte si poteva favorire il raggiungimento di Crotone con la creazione di una linea di metropolitana leggera che attraversasse l’intero Jonio cosentino, toccando tutte le Stazioni ferroviarie (ormai in disuso), dall’altro bisognava adoperarsi affinché l’Aeroporto di Lametia fosse effettivamente collegato con questa parte di Territorio, mediante un efficiente sistema di Autobus-navetta. Su tutto ciò, a quanto pare, non c’è alcuna voglia di investire. Auspichiamo che il nuovo Governo Regionale, possa redigere presto un nuovo piano regionale dei trasporti, facendo una valutazione a 360 gradi sull’attuale sistema aeroportuale tenendo conto della necessità che a tutti i cittadini calabresi vengano garantiti idonei collegamenti con gli Aeroporti esistenti, o anche investendo risorse economiche idonee a soddisfare le esigenze delle popolazioni e delle categorie produttive del Territorio, assecondando la necessità di mobilità di persone e merci, necessaria per un territorio che non voglia soccombere ma che ha tutta la volontà di vendere le proprie eccellenze al mondo intero.
Per queste ragioni - conclude la Cgil - occorre da subito aprire una vertenza mobilità, sicurezza e trasporti".