Strage di Duisburg, Strangio: “sono innocente”. E vuole incontrare il Papa
“Sono innocente, non ho commesso gli omicidi per i quali sono stato condannato in via definitiva". Vuole gridarla ad alta voce la sua innocenza Giovanni Strangio, considerato l’ideatore e tra gli esecutori materiali della famigerata strage di Duisburg del ferragosto del 2007.
Durante la trasmissione di Klaus Davi, "KlausCondicio", Strangio afferma di voler incontrare anche il Papa: “così umano e così vicino a noi poveretti” afferma, confessando che l’eventuale faccia a faccia con Bergoglio gli “sarebbe di immenso conforto” anche perché si dice certo “che i suoi occhi guidati da Dio saprebbero leggere i miei, la mia innocenza e la mia bontà”.
Ma non vuole presentare alcuna supplica al Santo Padre perché, dice prosegue Strangio “Ho troppo rispetto di Dio e del suo rappresentante in terra … per chiedergli di intercedere in queste vicende. Posso dirle, però, che nel corso delle lunghe, disperate e solitarie riflessioni – racconta all’intervistatore - mi sono spesso interrogato sul perché proprio a un poveretto come me Dio abbia dato una croce così pesante da portare. Nella Bibbia – aggiunge - questa domanda è spiegata dalla storia di Giobbe, l'uomo più devoto al Signore, a cui Dio manda continue prove da affrontare per mettere alla prova la sua devozione. Chiederei al Santo Padre di spiegare a un poveretto come me, che non ha studiato … il senso del dolore, perché ci sono momenti di sconforto in cui mi allontano da Dio e altri in cui lo prego di farmi capire dove ho sbagliato, in che modo l'ho offeso per mandarmi tutto questo dolore".
Strangio insiste poi continuando a professare la sua innocenza e ribadendo di voler continuare a gridarlo “con tutto il fiato che ho in corpo fino alla fine dei miei giorni. Se lo Stato italiano vorrà condannarmi a morire in carcere e, cosa ancor più grave, vorrà togliere un padre a due figli per fatti che non ho commesso deve sapere che - conclude - sta distruggendo la vita di un innocente e io non smetterò mai di ribadirlo”.