Laura Ferrara (M5S) relatrice sulla tutela dei diritti umani
"Data storica quella di lunedì in Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni. Per la prima volta infatti società civile e Ong sono state coinvolte nelle stesura della relazione e nel hearing sui diritti fondamentali di cui sono stata relatrice".
E' quanto scrive Laura Ferrara, Portavoce Movimento Cinque Stelle al Parlamento europeo.
"Partendo dai dati raccolti - continua la nota - attraverso appositi questionari inviati a numerose ong attive nella tutela dei diritti umani a livello europeo, e dal coinvolgimento dei cittadini stessi con il sistema operativo Lex, il report sui diritti fondamentali 2013 – 2014 è stato presentato al primo Vice presidente della Commissione europea Franz Timmermans, ai rappresentanti del Consiglio dell'Unione europea, ai giudici della Corte di giustizia europea e al Commissario sui diritti umani del Consiglio d'Europa.
Il quadro generale in materia di diritti fondamentali, presentato anche alle Ong presenti ieri in aula, rispetto a quanto fatto finora dall'Europa non è esaltante. È chiaro che l'idea di un'Europa unita non può più basarsi sugli interessi del mercato e sulle politiche di austerità e sacrificio a spese dei cittadini. I fallimenti di questa impostazione che genera solo sentimenti antieuropeisti, sono evidenti.
L'Europa ha un senso solo se porrà al centro della sua azione valori quali uguaglianza, rispetto, dignità, cooperazione e solidarietà. Alla luce di ciò la proposta che ho presentato è quella di istituire una vera e propria strategia interna che coinvolga tutti gli organi dell'Unione nonché le organizzazioni non governative attive nel campo del rispetto dei diritti fondamentali e la società civile, mettendo in atto un sistema di monitoraggio costante e di prevenzione delle violazioni, unico per tutti gli Stati. L'Europa può e deve avere un ruolo decisivo come garante del rispetto dei diritti umani. L'autorità di cui gode l'Unione in campo economico e finanziario dovrebbe invece abbracciare maggiormente la tutela dei diritti, unico e vero punto di partenza per un riconoscimento globale dell'Europa unita.
I limiti e le perplessità presentate nel report si accomunano a quelle espresse dallo stesso commissario Frans Timmermans, il quale riconosce gli errori compiuti in passato. Errori, a mio avviso ancora oggi perpetrati, basti pensare alle numerose denunce di violazione dei diritti fondamentali negli Stati membri. Quella che viviamo oggi è “un'Europa debole” così come l'ha definita il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, invitato da me per portare la sua esperienza nella lotta contro la mafia e la corruzione, fenomeni che ledono i più basilari diritti fondamentali. Attraverso questo report è stato fatto un primo passo in cui si chiede all'Europa un ruolo decisivo in merito alla tutela dei diritti, continueremo su questa strada affinché gli impegni presi con il Trattato di Lisbona non rimangano, come accaduto finora, lettera morta".