Sbarchi: in 700 arrivati a Reggio, domani altri 100 a Corigliano
E' approdata nel porto di Reggio Calabria "Orione", la nave militare con a bordo circa 700 migranti, tra cui un neonato ed il cadavere di uno dei naufragi morti al largo della costa libica. Sul molo è stato approntato il necessario per l'accoglienza e in particolare per le visite sanitarie. Terminate le operazioni i migranti saranno trasferiti in base al piano del Ministero dell'Interno nei diversi centri.
Intanto, nel cosentino, un’altro centinaio di clandestini sono attesi per domattina nel porto di Corigliano Calabro. I migranti sono stati trasportati da un mercantile che sarà fatto fermare un miglio al largo per procedere con il trasferimento a bordo dei mezzi della capitaneria; quest’ultimi si occuperanno del loro trasferimento a terra dove è già stata organizzata , dalla La Prefettura, la macchina dei soccorsi ed accoglienza.
CORIGLIANO, L’IRA DEL SINDACO: POTREMMO NON GARANTIRE L’ASSISTENZA
Dopo la conferma dell’arrivo dei migranti però, si registra l’ira del primo cittadino di Corigliano. Mercoledì, infatti, data in cui i clandestini sono attesi in porto, è la vigilia di uno degli importanti approdi turistici programmati da Costa Crociere. Geraci pertanto ha voluto manifestare apertamente una “gravissima preoccupazione” ed un “grande sdegno” per quello che ha definito “il totale abbandono nel quale il Governo centrale lascia questo territorio”.
“Lo abbiamo già spiegato in occasione dei due precedenti sbarchi: Corigliano e la Sibaritide – ha affermato il primo cittadino - non sono assolutamente in grado di poter sopportare, da nessun punto di vista, ulteriori sbarchi di migranti”.
Geraci fa pubblicamente appello, inoltre, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi chiedendo che “intervengano con urgenza per prendere cognizione dell’emergenza assoluta nella quale versa questo territorio ed interrompere questa che è ormai diventata una spirale negativa, incontrollata ed ingestibile, destinata ad impoverire ed emarginare definitivamente la Calabria ionica”.
Il sindaco di Corigliano ci va anche giù duro annunciando che, per quanto di competenza e “per quello che ci riguarda, stando così le cose - afferma - stiamo valutando di non garantire come Comune nessuna assistenza a terra per le previste operazioni di sbarco e accoglienza …”.
“Da questo momento in poi – dichiara Geraci - la Città di Corigliano intraprenderà tutti le più forti azioni di protesta, in sinergia con i Sindaci del territorio contro questa totale disattenzione delle istituzioni nazionali rispetto alle esigenze e ai bisogni delle popolazioni locali”.
Il primo cittadino ricorda che la zona "è priva di strutturati centri di accoglienza e ogni ricovero, seppur temporaneo, graverebbe in maniera deleteria sulle casse e sulle finanze dell'ente sulle quali, dall'atto del suo insediamento,questa Amministrazione, ha intrapreso un serio percorso di risanamento. Mi auguro, per l'ennesima volta, che sia dato ascolto a questo estremo grido di allarme e confido e auspico che quanto evidenziato sia tenuto nella debita considerazione.
In caso contrario - conclude il Sindaco - non escludo l'abbandono del mandato popolare con ogni conseguenza che ciò potrebbe comportare".