Omicidio Lanzino: proseguono arringhe difensive, sentenza a maggio
È stata rinviata al 6 maggio prossimo la lettura della sentenza relativa al processo per la violenza sessuale e l'uccisione di Roberta Lanzino, la giovane studentessa assassinata nel luglio del 1988 sulla strada che da Falconara Albanese porta alla frazione di Torremezzo. L'imputato dell'omicidio è il pastore Franco Sansone, che avrebbe agito in complicità con altre persone. Oggi sono iniziate le arringhe difensive che proseguiranno il 6 maggio prossimo.
Poi arriverà la sentenza, inizialmente prevista per oggi. Il pubblico ministero della Procura di Paola ha chiesto l'assoluzione per Sansone, per non aver commesso il fatto. E questo a seguito delle analisi presentate dai Ris dei carabinieri di Messina, che hanno esaminato tracce di liquido seminale trovate nel terreno che era sotto il corpo della giovane, escludendo che siano riconducibili all'imputato. Il magistrato ha chiesto pero' la condanna di Sansone alla pena dell'ergastolo per l'omicidio di Luigi Carbone, che potrebbe essere stato suo complice nel fatto di sangue, poi scomparso e mai piu' ritrovato. Secondo l'accusa, Sansone lo avrebbe ucciso, con la complicità di suo padre Alfredo, per cui è stato chiesto pure l'ergastolo.
Chiesta invece l'assoluzione per il figlio Remo, accusato di aver aiutato padre e nonno. La difesa di Sansone ha accusato il collaboratore di giustizia Franco Pino, noto ex boss della 'ndrangheta cosentina, di essere un bugiardo. Proprio i particolari da lui rivelati sul caso Lanzino, di cui sarebbe venuto a conoscenza in carcere, hanno portato a questo processo. (AGI)