Estorsione e furto, blitz a Catanzaro: quattro arresti nella cosca “rom”
I Carabinieri di Catanzaro hanno svolto un’operazione - denominata Delta - nei quartieri a Sud del capoluogo e che ha portato all’arresto di quattro persone ritenute esponenti della cosca di etnia rom che gestirebbe i traffici illeciti nella città. Ai quattro viene contestata la tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ed il furto aggravato.
Il blitz è stato portato a termine dai carabinieri del Reparto investigativo provinciale e della Compagnia di Catanzaro e ha riguardato i quartieri di Santa Maria e Catanzaro Lido.
12:32 | Bottiglie incendiarie per convincere i commercianti a pagare il pizzo e autovetture rubate per lucrare con il classico "cavallo di ritorno". Sono queste le linee che hanno portato all’arresto di Gaetano Cardamone, di 28 anni, Daniele Passalacqua, di 25 anni, Marco Passalacqua, di 19, e Damiano Veneziano, di 26, tutti appartenenti alla comunità rom stanziale a Catanzaro, ed a cui si aggiunge anche un minorenne la cui posizione è stata affidata al tribunale dei minori. Un vero e proprio clan mafioso secondo gli inquirenti che agiva nei quartieri a sud del capoluogo calabrese.
L'operazione è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nel Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro, alla presenza del procuratore capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo; del comandante provinciale dell'Arma, colonnello Ugo Cantoni; del comandante del Reparto operativo provinciale, tenente colonnello Alceo Greco; del comandante della Compagnia, capitano Marco Fragassi; del comandante della Stazione di Lido, Antonio Macrì.
Cinque le tentate estorsioni ricostruite dai carabinieri, a cui si aggiungono quattro furti di autovetture nel parcheggio del centro commerciale "Le Fontane". I reati contestati, dunque, sono di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose e furto.
Secondo il procuratore Lombardo, al vertice dell'organizzazione ci sarebbe Cosimino Abbruzzese, che sarebbe una persone di punta della comunità rom già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Una specie di "supervisione", quella di Abbruzzese , nei confronti del quale non sono stati emessi provvedimenti cautelari.
Il metodo usato dalla banda era sempre lo stesso. Veniva lasciata davanti agli esercizi commerciali una bottiglia di plastica con liquido infiammabile e un accendino, quindi scattava la richiesta di pagamento del pizzo. Gli episodi contestati sono tutti avvenuti negli ultimi mesi, ed in particolare da dicembre a pochi giorni fa. Compreso i furti di autovetture nel noto centro commerciale, dove si era stati costretti ad aumentare i controlli. In realtà, i carabinieri avevano avviato subito una serie di indagini compiute con appostamenti e con l'utilizzo di sistemi di intercettazione che hanno portato a ricostruire i movimenti del gruppo passo dopo passo.
L'operazione "Delta" rivela nel nome la principale azione investigativa. Una volta ricostruito le possibili responsabilità, infatti, è stata utilizzata l'autovettura di uno dei componenti della banda, una Lancia Delta, per ricostruire ogni movimento attraverso un sistema Gps.
Ciò ha dato la possibilità di svelare la presenza del gruppo nelle varie azioni criminali contestate. I rom avevano preso di mira, tra l'altro, un centro estetico, una concessionaria di autovettura di nuova apertura in città, un negozio di zootecnica e un noto bar pasticceria. Davanti agli ingressi i rispettivi proprietari avevano rinvenuto la bottiglia incendiaria e l'accendino, chiaro messaggio malavitoso. Sono bastati, però, meno di cinque mesi per chiudere il cerchio intorno ai responsabili e per confermare l'influenza criminale del numeroso gruppo rom nella città di Catanzaro.
"In pochi mesi è stato aperto uno squarcio su quanto accaduto in città, con episodi che avevano creato un forte allarme sociale, interrompendo alcuni problemi particolarmente avvertiti dalla popolazione.” Ha reso noto il colonnello Cantoni, facendo notare la tempestività dell'intervento. “Si tratta - ha dichiarato - di una ulteriore risposta per dire ai catanzaresi che la città è loro, ma devono difenderla aiutandoci".
"Si tratta di uno stralcio di una operazione più vasta per questo ci sono molti omissis nell'ordinanza, ma abbiamo voluto dare risposte immediate su alcuni episodi che erano stati ricostruiti pienamente". Ha invece dichiarato il procuratore capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, che ha ribadito l'impegno di Procura e Forze di polizia per un'indagine partita con la Procura ordinaria e poi passata alla Direzione distrettuale antimafia davanti ai riscontri legati alla consorteria. Rispetto al clima di tensione vissuto in città per i, il procuratore ha aggiunto:
"Ci sono episodi isolati,- ha detto il Procuratore riferendosi ai vari episodi criminali registrati nel Capoluogo - come le rapine alla pizzeria e al supermercato, altri legati tra di loro, come dimostra questa operazione. Buona – ha concluso Lombardo - la presenza di telecamere di sorveglianza in città.”