‘Ndrangheta, droga ed estorsioni: blitz a Catanzaro, 62 indagati

Catanzaro Cronaca

Sessantadue persone, esponenti della comunità rom della zona sud del capoluogo di regione, sono indagate nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Polizia di Stato di Catanzaro e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Stamani gli agenti hanno così eseguito nei loro confronti un’ordinanza cautelare, emessa dal Gip del Tribunale locale, che prevede il carcere per 38 di loro e i domiciliari per gli altri 24, contestando a vario titolo l’associazione a delinquere di stampo mafioso, l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, l’estorsione, la ricettazione, il furto, il porto e la detenzione illegale di armi da fuoco - per la maggior parte aggravati dal metodo mafioso - oltre ad altri reati gravi avvenuti nel capoluogo di regione.

LA SOLUZIONE SALOMONICA

Si tratta di una indagine che il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, ha definito complessa e con degli elementi di novitàladdove - ha spiegato il Prefetto - ha messo in evidenza la sorprendente capacità della ‘ndrangheta isolitana di gestire un pericolosissimo conflitto con gli odierni indagati, giungendo a una soluzione salomonica che ha consentito, in parte, alle ‘ndrine cutresi e catanzaresi coinvolte di mantenere la leadership criminale sull'agguerrita organizzazione mafiosa colpita dalle indagini …”.

Messina ha evidenziato, poi, come le investigazioni che hanno portato all’operazione di oggi diano atto “fortunatamente … della capacità e del coraggio di una parte degli imprenditori estorti di reagire alle imposizioni … dei clan investigati, sottraendosi e reagendo, in modo virtuoso, alle consuete logiche omertose”.

L’AFFRANCAMENTO DALLA COSCHE CROTONESI

La indagini hanno fatto affidamento sulle investigazioni tradizionali, attività tecniche, ma anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e riscontri eseguiti sul campo durante i quali sono stati eseguiti dei sequestri di cocaina.

Gli inquirenti sostengono quindi che a Catanzaro operasse un’organizzazione criminale di tipo mafioso, riconducibile a soggetti rom, di cui si ritiene di aver ricostruito l’organigramma, con i ruoli dei vari presunti associati, ma anche di aver identificato le diverse attività illecite.

L’ipotesi è quindi che i rom fossero del tutto autonomi da un punto di vista operativo, affrancandosi dal ruolo ricoperto in passato di terminale operativo delle cosche di ‘ndrangheta del crotonese: pertanto avrebbero gestito in modo indipendente le attività estorsive, oltre che quello dello spaccio sul territorio del capoluogo di regione.

In questo contesto, nell’ordinanza cautelare di oggi, nei confronti degli indagati, si contestano anche reati contro il patrimonio, tra i quali furti che sarebbero stati propedeutici alle attività estorsive.

LO SPACCIO DELLA COCA

Quanto al traffico della droga, secondo gli investigatori vi sarebbe stata una prima organizzazione a Catanzaro che avrebbe avuto i suoi fornitori nelle province di Reggio Calabria e di Crotone, mentre lo spaccio sarebbe avvenuto dall’interno dell’abitazione - continuamente presidiata e resa sicura da sistemi di videosorveglianza - individuata dal gruppo come base operativa per la nascondere, preparare, confezionare e smerciare lo stupefacente,

Una seconda associazione, caratterizzata da una struttura a base familiare, sarebbe stata invece attiva tra le province di Catanzaro e Crotone, nel comprensorio territoriale ricadente tra la zona sud est del catanzarese e quello dei comuni di Steccato di Cutro e Cutro.

Dalle indagini, infine, sarebbe emerso il presunto coinvolgimento di un appartenente alla Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Catanzaro che si sarebbe reso disponibile nei confronti di alcuni indagati, per veicolare messaggi e direttive in entrata ed in uscita dall’istituto penitenziario.

GLI ARRESTATI

Le porte del carcere si spalancano per: Antonio Abbruzzese, Cosimo Abbruzzese, Maurizio Abbruzzese, Massimo Berlingere, Vincenzo Berlingeri, Ernesto Bevacqua, Armidio Bevilacqua, Luciano Bevilacqua, Massimo Bevilacqua, Maurizio Bevilacqua, Stefania Bevilacqua, Michele Bruno, Antonio Caroleo, Alessandro Catanzariti, Antonio Delisi, Francesco Galeota, Alfonso Lanatà.

Inoltre, Giovanni Floro Lorenzo, Luigi Mancuso; Pasquale Mannolo, Leonardo Mazza, Antonio Passalacqua, Cosimo Passalacqua, Domenico Passalacqua, 37 anni, Domenico Passalacqua, 50 anni; Donato Passalacqua, Francesca Passalacqua, Giosuele Passalacqua, Giovanni Passalacqua, Luciano Passalacqua, Pino Passalacqua, Andrea Pelle, Ivan Salvatore Rossello, Andrea Scicchitano, Bartolomeo Scordo, Vincenzo Talarico, Luigi Pereloque Vecceloque, Leonardo Vonella.

Ai domiciliari, invece, Antonio Abbruzzese, Antonio Abbruzzese, Luciano Abbruzzese, Domenico Amato, Cosimo Berlingere, Damiano Berlingere, Cosimo Bevilacqua, Davide Bevilacqua, Fabio Bevilacqua, Mario Gigliotti, Antonella Iuliano, Leonardo Gaetano Lerose, Antonio Paradiso, Marco Passalacqua, Silvano Passalaqua, Emanuel Ribecco, Domenico Sacco, Angela Tropea, Andrea Veneziano, Daniele Veneziano, Fabrizio Veneziano, Valentina Amelio, Giuliana Berlingere, Francesco Veneziano.

(aggiornata alle 10:33)