“Cavallo di ritorno”: operazione “Dine out”, 8 arresti nel cosentino
Nella mattinata di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno eseguito una ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di otto soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, ricettazione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria e favoreggiamento personale. Il provvedimento prevede la custodia cautelare in carcere per sei persone (tra cui due donne), gli arresti domiciliari per uno e l’obbligo di presentazione alla P.G. per l’ultimo. L’ordinanza è stata emessa dal Gip di Cosenza su richiesta del Pm Antonio Bruno Tridico.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, avrebbero permesso di interrompere la presunta condotta criminale di sette degli otto destinatari della “misura cautelare”, che gli inquirenti ritengono “professionalmente dediti” ai cosiddetti “cavalli di ritorno”. Gli arrestati, sempre secondo l’accusa, dopo aver acquisito autoveicoli rubati nelle vie cittadine di Cosenza e Rende, contattavano sistematicamente per telefono le vittime del furto per estorcergli una somma di denaro variabile in relazione al valore dei mezzi ed allo scopo di ottenerne la restituzione.
Le indagini dell'operazione "Dine Out" sono state avviate nell'ultimo trimestre del 2014. Gli investigatori hanno accertato che venivano utilizzate delle cabine telefoniche per chiedere il riscatto alle persone alle quali era stata rubata l'auto. Riscatto che variava secondo il tipo di veicolo, ma che è arrivato, in un caso, fino a 2700 euro. Il prezzo veniva trattato al telefono. In un caso, sull'auto rubata c'erano delle attrezzature elettromedicali, per le quali è stato chiesto un riscatto a parte. Dopo la seconda telefonata, i contatti venivano interrotti e le auto venivano bruciate o smontate a pezzi. Le donne della banda si adoperavano ad effettuare le telefonate, accompagnate da un bambino, per non dare nell'occhio e non subire controlli.
"Voglio sottolineare l'assoluta mancanza di collaborazione da parte delle vittime. Una delle vittime, che si è rifiutata di collaborare nonostante l'evidenza del furto, è stata accusata di favoreggiamento ed è destinataria di un obbligo di presentazione alla polizia.” Lo ha dichiarato il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dell’operazione.
"Un plauso va ai carabinieri che hanno lavorato davvero senza aver nessun aiuto, e per questo bisogna sensibilizzare la popolazione". Ha detto infine la Manzini.
Gli arrestati: Ivan Trinni, Hamid Zoubir, Anna Manzo, Patrizia Berlingieri, Leonardo Berlingieri, Franco Abbruzzese e Dorin Adrian Teglas.
L'operazione trae il nome da una frase che la banda utilizzava per comunicare in codice che sarebbero stati effettuati dei furti: "stasera andiamo a cena fuori".
(Ultimo aggiornamento alle 16:46)