Dia, arrestato presunto esponente del clan Lanzino-Ruà
Sono stati i carabinieri del comando provinciale di Cosenza ad aver eseguito un fermo, disposto dal sostituto procuratore della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, nei confronti di Fabrizio Antonino Provenzano, 31 anni, residente a Rende, nel cosentino.
L'uomo è indagato, insieme a Mario Gatto e Renato Mazzulla, che sono già detenuti, per tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.
Gatto è considerato dagli inquirenti un elemento di vertice della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Ruà" e per questo è sottoposto al 41 bis, il regime detentivo speciale dell'ordinamento penitenziario. Mazzulla è stato invece e definitivamente condannato per aver favorito la latitanza di Ettore Lanzino, capo cosca che è stato poi catturato. Gli investigatori ritengono che Provenzano, insieme a Gatto, avrebbe incaricato Mazzulla di minacciare un macellaio di Rende affinché pagasse il "pizzo". Mazzulla avrebbe detto alla vittima di essere stato "mandato" per il "regalo" che doveva essere pagato "sia a ferragosto che a Natale".
Nel corso di intercettazioni i militari hanno registrato dei dialoghi dai quali emergerebbe come Provenzano, a causa dello stato di detenzione degli elementi di vertice della cosca, si trovasse ad essere "solo come un cane" e che doveva "pensare per tutti". Da questo si deduce - affermano gli inquirenti - che esiste un'attività "assistenziale" a favore degli 'ndranghetisti detenuti e dei loro familiari e il 31enne fosse rimasto il "solo" in libertà a curare gli interessi della cosca dopo i fermi di Renato Mazzulla, avvenuto il 12 novembre del 2014, e di Massimo Ciancio e Francesco Costantino De Luca, finiti in manette lo scorso 2 aprile.