Ruperti lascia Catanzaro, quasi 1.000 arresti all’attivo
Quasi mille arresti e oltre 60 operazioni. È il bilancio dell'attività della Squadra mobile di Catanzaro negli ultimi cinque anni sotto la guida di Rodolfo Ruperti, che da giovedì prossimo assumerà la guida della mobile di Palermo. "Sono dispiaciuto - ha detto - di lasciare la Calabria ma sono onorato per il nuovo importante incarico che mi è stato affidato. Sono entrato in polizia con il mito di quegli uomini che in Sicilia da soli lottavano contro una mafia sempre più potente".
Ruperti, incontrando i giornalisti, ha voluto tracciare un sintetico bilancio della sua attività nel capoluogo. Particolare soddisfazione ha espresso per i risultati raggiunti su Lamezia Terme. "Quando sono arrivato capi e gregari dei clan lametini - ha detto - erano praticamente tutti liberi, si temeva una nuova guerra di mafia. Noi ci siamo concentrati prima sui Giampà, poi siamo passati, ai Gualtieri, ai Torcasio, al clan Iannazzo. Ora - ha sottolineato Ruperti - sono tutti dietro le sbarre e l'aria è molto piu' buona in città. Ma la repressione non basta, serve un cambio di cultura tra i cittadini. Le mafie si cibano di omertà e paura. A fianco del nostro lavoro, dunque, ci deve essere un cambio culturale". Ma nessun territorio è stato abbandonato. Ottimi risultati sono stati raggiunti a Vibo Valentia, dove è stata fermata la faida scoppiata tra piscopisani e clan di Sant'Onofrio, sul litorale jonico, da Crotone a Soverato.
Menzione particolare per la realtà del capoluogo: "I gruppi rom non si occupano più solo di spaccio di stupefacenti. È una criminalità ormai che non trascura i rapporti con le 'ndrine, soprattutto crotonesi. Lascio - ha evidenziato il dirigente - una mobile più forte. Quando sono arrivato aveva 50 uomini. Ora ne ha 80, grazie ai rinforzi ministeriali ad hoc ed inoltre è stata elevata di livello per essere guidata da un primo dirigente. Lascio l'ufficio arricchito dell'esperienza trasmessa dai colleghi e dai ragazzi - ha detto - ai quali spero di avere trasmesso anch'io qualcosa.
È stata un'esperienza importantissima. Venendo da Caserta, all'inizio pensavo fosse un passo indietro. Qui ho trovato tante cose da fare ma non capivo perchè non avessero una visibilità anche mediatica. Poi mi sono reso conto che era per la qualità del lavoro. Adesso, grazie anche all'attività della Procura le cose sono cambiate". Ruperti ha iniziato la sua carriera nel commissariato di Palmi, in seguito ha diretto le squadre mobili di Vibo Valentia, Caserta e infine Catanzaro. Al suo posto arriverà l'attuale vice della mobile palermitana Nino De Santis che ben conosce la Calabria avendo già lavorato a Crotone. (AGI)