“Buona Scuola”, PCL: referendum esige l’unità dei lavoratori
“I lavoratori respingono la “Buona Scuola” di Renzi. Un parlamento di nominati che compaiono sistematicamente nelle pagine di cronaca giudiziaria è stato docile strumento nelle mani del premier.” È quanto si apprende da un comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori della Sezione di Reggio Calabria.
“La democrazia autoritaria, il Bonapartismo, il revival dei fantasmi Piduisti – prosegue la nota- sono lo scenario politico più generale in cui si sviluppa un pesantissimo attacco contro il mondo del lavoro. Una scuola pubblica che in realtà né educa né forma, tiranneggiata da dirigenti dispotici (e per lo più diventati presidi grazie a lottizzazioni clientelari) convive con una scuola privata sostenuta spudoratamente con ogni strumento.
A una grande mobilitazione di massa Renzi ha contrapposto, con la stessa sfrontatezza di Marchionne, un muro di rifiuti. Ciò insegna come le cose possono cambiare solo se la mobilitazione di massa avrà una fermezza uguale e contraria a quella di Renzi.
Al referendum si deve arrivare preparando tutte le condizioni necessarie per vincere – si legge - a cominciare dalla costituzione di una assemblea nazionale di RSU e delegati che alimenti l’unità dal basso e che sia interlocutrice delle avanguardie di tutti i settori del mondo del lavoro e degli studenti.
Senza questa unità non si può vincere. Solo la prospettiva di un cambiamento generale cioè di una alternativa di governo contribuirà al successo del referendum e darà la giusta prospettiva per il domani.
Il PCL – conclude il comunicato - nello stesso momento in cui indica la strada del governo dei lavoratori è attivamente impegnato nella lotta contro la “Buona Scuola”.”