Cicas: "C’era una volta il centro storico di Cosenza

Cosenza Attualità

"Molte in questo sfortunato periodo sono le difficoltà che il nostro beneamato centro storico deve fronteggiare. Si pensi ai vari crolli subiti nei mesi scorsi (un pericolo opprimente con il quale gli sventurati residenti devono convivere); alla crisi che i piccoli operatori economici vivono a causa della scarsa attività locale e turistica; ai problemi di pubblica igiene". E' quanto si legge in una nota del Cicas di Cosenza.

"Sgradevole, infatti - continua la nota - si rivela la sensazione di “inopportune presenze”, in quanto, viva e partecipe, è l’esistenza di ratti, pantegane, gatti e cani che circolano indisturbati per i vicoli. Presenze animali, queste, che nei territori cittadini si sa possono creare problemi di igiene urbano e di sanità pubblica attraverso la diffusione di malattie infettive o comunque contagiose. Considerato ciò, è noto che il degrado di un centro storico è un fenomeno complesso alla cui definizione confluiscono diversi fattori: tecnologico, estetico-culturale, funzionale, ambientale, finanziario, economico e sociale. Una parallela azione su tali cause di degrado potrebbe fronteggiare il problema.

Nonostante in questi anni molti siano stati gli investimenti di cui il centro storico è stato interessato, questi non sono stati però sufficienti a dare il giusto apporto per risollevare il territorio in questione. Spesso questi finanziamenti approvati finiscono infatti per essere destinati ad altre attività che pur rivelandosi circostanti e connessi al quartiere, di fatto si rivelano non attinenti.

È necessario invece, per evitare la totale mummificazione dei centri storici, favorire quelle trasformazioni che conservino la memoria del passato ma che nello stesso tempo consentano anche lo sviluppo delle attività dei piccoli commercianti i quali, con le loro piccole botteghe dei mestieri antichi, spesso non riesco ad emergere, finendo per incontrare il fallimento a causa dell’isolamento, delle scarse iniziative comunali e del turismo sempre più infelice. Non va inoltre dimenticato che il patrimonio architettonico costituisce un capitale, oltre che spirituale e culturale, anche economico e sociale di valore insostituibile, ed investire sulla bellezza è un perciò un’operazione non solo d’immagine ma anche redditizia. Alla luce di quanto detto, un piano di recupero risulterebbe uno strumento fondamentale per la salvaguardia e la valorizzazione dei centri storici che, partendo da un’attenta analisi e valutazione del patrimonio esistente, superi la visione d’interventi su singole emergenze per allargare l’attenzione sull’intera struttura urbana storica e sui suoi collegamenti con la città nuova. La totale disattenzione dei cittadini - ormai sfiduciati dalle istituzioni dalle quali si sentono abbandonati - è un ulteriore fattore di allarme. Solo un attento atteggiamento di amore per la città storica da parte di chi vive il territorio potrebbe infatti contribuire a un miglioramento: curare qualcosa che si ama, di cui ci si sente parte e che si vuole condividere, potrebbe essere davvero un efficace rimedio ai suoi mali, correggendone quindi le attuali condizioni negative. Conservare il centro storico significa infatti riconoscere l’importanza della trasmissione alle generazioni future del significato e del valore di un patrimonio culturale. Importanza questa che non viene spesso riconosciuta in quanto sono proprio i giovani che vivendo in una realtà articolata e complessa (poiché percepiscono il senso isolamento e della mancanza d’opportunità offertagli), finiscono per esternare un rapporto di odio-amore con la propria zona. Scontate e forti si rivelano, pertanto, parole come degrado, violenza, disagio e delinquenza condivise dai residenti i quali, ormai sdegnati, rifiutano ogni tipo di collaborazione con le istituzioni.

Indignazione percepita anche dalla Cicas, associazione che da sempre pone l’attenzione sui vari problemi sociali. Attenzione rivolta soprattutto ai piccoli commercianti che operano in tali zone degradate e che, arrabbiati ed irritati (a causa della crisi che si trovano a fronteggiare), sono divenuti intolleranti, pertanto, stanchi di dover continuamente richiamare l’attenzione degli amministratori su tali problemi. Il degrado in cui versano le strade della città vecchia cozza, infatti, con il decoro a cui ogni residente e organo istituzionale è tenuto a provvedere affinché l'immagine della propria città non ne risulti compromessa.

A ciò consegue un grave danno per l’economia poiché a causa di tale degrado sempre meno affluente risulta l’attività turistica nella nostra città. L’impossibilità di poter percorrere una passeggiata, di poter ammirare le bellezze artistiche del nucleo antico, di rilassarsi all'interno di un locale senza l'ingombrante presenza dei rifiuti con animali annessi, allontanano sempre più i turisti.

Dinnanzi a tale problema la Cicas vuol richiamare l’attenzione del Prefetto della città di Cosenza il quale, attraverso azioni mirate, può certamente contribuire a ripristinare il nostro centro storico, facendogli acquisire il giusto fervore che merita in quanto patrimonio che abbiamo ereditato e che è dunque doveroso salvaguardare in tutto il suo splendore per permetterne la trasmissione in tutto il suo valore alle generazioni future. Partendo dal presupposto che ogni quartiere ha proprie specificità, identità e valori, sarebbe opportuno una politica organica a favore di queste realtà attraverso una trasformazione fisica ed ambientale, una riorganizzazione connessa a un miglioramento dei servizi (tra cui la promozione economica e occupazionale), un’adeguata assistenza sociale, ed infine la valorizzazione culturale con conseguente creazione di nuove forme di aggregazione e socializzazione sul territorio. Una maggiore sensibilizzazione della società civile su tali problemi costituirebbe una risorsa per tutta la collettività. Sarebbe perciò opportuno pianificare la salvaguardia attraverso una cooperazione gestionale e pianificata. L'integrazione e il coordinamento tra le varie azioni condotte in più ambiti da soggetti pubblici, privati e sociali, una corretta comunicazione e informazione associata a una attiva partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini (espressa attraverso la rivalutazione del ruolo degli stessi residenti i quali sono anche soggetti attivi delle iniziative che riguardano la loro zona nonché la loro esperienza in quanto parti integranti del quartiere), e lo sviluppo locale sostenibile, potrebbero attuare la possibilità che la rivitalizzazione del centro storico non resti solo un’utopia ma possa bensì divenire una tangibile concretizzazione, una vera e propria presa di posizione di tutti i cittadini per il bene comune e di tutta la città".