Spiragli e incognite sul futuro della Polizia Provinciale
Un cauto quanto moderato sospiro di sollievo per la salvaguardia di alcune importanti funzioni svolte dal personale di polizia provinciale, a tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, e per il presidio della rete viaria extra-urbana.
Il maxi-emendamento del Governo al Decreto Legge “Enti Locali”, su cui l’aula del Senato ha votato ieri la fiducia, recepisce anche le modifiche apportate dalla Commissione Bilancio del Senato in materia di destino del personale di polizia provinciale.
La nuova formulazione dell’articolo 5 del Decreto-legge 78 , pur con molte incognite, modifica parzialmente la sciagurata previsione iniziale del testo governativo, che contemplava la completa polverizzazione dei corpi e servizi di polizia provinciale, destinandone il personale esclusivamente ai compiti di “vigili urbani”, attraverso incerte e disordinate procedure di mobilità verso i Comuni, a seconda dei vuoti di organico nelle polizie municipali.
Ora il nuovo testo prevede che Province e Città Metropolitane individuino il proprio personale di polizia locale necessario per le funzioni fondamentali di tutela dell’ambiente e regolazione della circolazione stradale; le leggi regionali da emanare entro il 31 ottobre dovrebbero riallocare altro personale di polizia provinciale per le funzioni trasferite, come ad esempio la vigilanza su caccia e pesca (materie su cui varie Regioni hanno già riassunto le competenze in precedenza delegate agli enti di area vasta).
«Resta però l’assurdità – dichiara l’AIPP in un comunicato – di destinare alle polizie municipali il personale di polizia provinciale che entro il 31 ottobre non dovesse essere stato individuato come indispensabile per le province o non riallocato dalla Regioni presso le proprie strutture. Dunque permane un rischio di dispersione in vari rivoli dell’attuale personale, anche a seconda della situazione economica della provincia di appartenenza, che potrà produrre soluzioni disomogenee sul territorio nazionale.
I 2700 agenti e ufficiali di polizia provinciale operanti in Italia espletano funzioni di accertamento in aree prevalentemente rurali e montane, per l’applicazione di una vasta normativa in materia di discariche, ciclo dei rifiuti, caccia, pesca in acque interne, circolazione fuoristrada, cave, protezione dei beni naturali, prevenzione degli inquinamenti, edilizia, protezione civile, polizia lacuale e delle acque pubbliche, ecc.
L’AIPP (Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale) si batte da tre anni per evitare la dispersione di questo patrimonio professionale, minacciato da un susseguirsi disposizioni statali assai scoordinate, come la Legge Delrio 56/2014, la legge di stabilità 190/2014, fino al DL “enti locali” del 19 giugno scorso, sostenendo che il personale delle Province con funzioni di polizia locale deve seguire le funzioni eventualmente ricollocate ma non essere destinato a ruoli avulsi dalla propria formazione e specializzazione».