Caso Sorical, Miceli (M5S): “Paghiamo troppo, tariffe illegittime dal 2001”
“Pochi giorni fa il portavoce del M5S alla Camera dei Deputati Paolo Parentela ha inviato una dettagliata lettera rivolta all'Aeeg (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico) segnalando quanto anche la relazione della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, riscontrava nell’adunanza pubblica del 5 dicembre 2011: le tariffe per l’acqua pretese dalla Sorical sono illegittime, sin dal 2001”. È quanto afferma Domenico Miceli del Movimento 5 stelle di Rende.
“La determinazione della tariffa relativa ai servizi idrici per i vari settori di impiego dell'acqua, infatti, è ascrivibile alla materia della tutela dell'ambiente e a quella della tutela della concorrenza, ambedue di competenza legislativa esclusiva dello Stato e dunque l'adeguamento della tariffa è precluso alle Regioni. Inoltre, con la deliberazione numero 248/1997, il Cipe ha stabilito che anche il prezzo di cessione dell'acqua all'ingrosso agli enti resta regolato dalle direttive Cipe.
Nella lettera il Movimento 5 Stelle chiede all'Aeeg se non ritenga che la Regione Calabria abbia operato senza averne la competenza in merito con conseguente aggravio di costi a carico dei cittadini calabresi e quali iniziative intenda intraprendere nel merito. Ricordiamo all’amministrazione rendese, e soprattutto al consigliere Morrone che non abbiamo mai avuto il piacere di ascoltare in Consiglio Comunale su argomentazioni politiche rispetto alle pratiche da licenziare ma che è molto prodigo, invece, a far da portavoce al sindaco (ci piacerebbe trovarlo qualche volta anche a fianco dei semplici cittadini di Rende perché finora è intervenuto solo per difendere i “poteri forti) che il 95% degli italiani si sono già espressi a favore dell’acqua pubblica nel Referendum del 12 e 13 giugno 2011, mentre la Sorical è partecipata dalla società privata Veolia.
Ma ricordiamo anche che la Sorical opera in virtù di una convenzione di concessione con la Regione Calabria del 13/06/2003, ma solo alcuni comuni hanno sottoscritto una convenzione diretta con la società che regolamenta e formalizza il rapporto contrattuale di fatto esistente tra la Sorical e i Comuni fruitori del servizio. Per il resto dei comuni, compreso Rende, esiste una convenzione del 1962 con l’ex Casmez, che è la sola a poter stabilire tariffe e regole di riscossione. Altre gravi irregolarità gestionali e contrattuali si possono ritrovare nella mancata mappatura delle fonti di approvvigionamento, dei misuratori di portata o della quantificazione delle perdite.
C’è da rimarcare, e basterebbe questo dato per capire che qualcosa non va, il fatto che in Calabria il consumo di acqua pro-capite è tre volte che nel resto d’Italia. Insomma siamo di fronte all'ennesimo paradosso tutto calabrese, con la Sorical che nei giorni scorsi ha minacciato sul suo sito anche Rende sulla riduzione della fornitura d'acqua (poi risoltosi magicamente a seguito della nostra segnalazione, con il Consigliere-portavoce a perorare la causa della società invocando strane incomprensioni). Dica quindi Morrone ai suoi nuovi amici di rileggersi le sentenze del Tar Calabria sez.II n.00069/2013 e del Consiglio di Stato n. 02203/2013, dove è ben specificato che le riduzioni della portata idropotabile non sono attuabili dalla Sorical “ritenuto che nel bilanciamento degli interessi coinvolti vada riconosciuto come preminente quello dei cittadini” che hanno diritto alla disponibilità e all’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile in quanto diritti inalienabili ed inviolabili della persona.
Provveda il Sindaco Manna ad attivare lo staff legale che si è scelto e che i cittadini pagano, per ricalcolare al ribasso le tariffe illegittime che la Sorical ha preteso e pretende. L’acqua è un bene pubblico ed un diritto dei cittadini. A Rende e in Calabria invece, viene evidentemente utilizzato ad uso e consumo di burocrati e politici, come il solito mezzo per fare profitto privando i cittadini di un diritto fondamentale".