Beni intestati a società “compiacenti”, bancarotta fraudolenta: sequestri per 12 milioni
Società, immobili e rapporti finanziari per un valore di circa 12 milioni di euro, sono stati sequestrati a cinque soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta ed alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Tra gli indagati, vi è anche un soggetto ritenuto dagli inquirenti legato alla cosca “Ficara-Latella”, operante nella zona sud di Reggio Calabria.
Il decreto, eseguito dalla Guardia di finanza nel corso dell’operazione denominata “Tax Excape 2”, è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia
L’attività investigativa delle Fiamme Gialle avrebbe permesso di scoprire il trasferimento fraudolento delle poste patrimoniali attive delle imprese che stavano fallendo ad altre che sarebbero state costituite appositamente intestandole formalmente a soggetti compiacenti. Lo scopo sarebbe stato, secondo gli inquirenti, quello di garantire la conservazione del patrimonio personale dei reali proprietari delle aziende ma, così facendo, danneggiando i creditori delle società.
SEQUESTRATE 3 SOCIETÀ E 19 IMMOBILI
Il sequestro ha riguardato tre società e diciannove immobili (per un valore di circa 12 milioni) che sarebbero riconducibili a cinque persone indagate: tra queste Domenico Ficara, 38 anni, fratello del Giovanni (51), considerato un affiliato di rilievo, con il ruolo di capo, della Cosca Ficara-Latella; attualmente detenuto è imputato nei procedimenti penali scaturiti dalle operazioni di polizia denominate “Reale”, “Piccolo Carro” e “Reggio Sud”.
Secondo gli inquirenti, dunque, gli indagati avrebbero trasferito, in modo fraudolento, le poste patrimoniali attive delle imprese a loro riconducibili ad altre “newco”, “costituite e formalmente intestate a soggetti compiacenti – sostengono i finanzieri - al fine di garantirsi la conservazione del patrimonio personale”. In questo modo sartatamente creato uno stato di insolvenza delle imprese fallende che avrebbe danneggiato i creditori, i quali avrebbero così visto i loro crediti privi di garanzia e, di conseguenza, insoluti.
Le indagini hanno avuto origine dal fallimento della ditta individuale di trasporti denominata “Ficara Domenico” nel cui contesto i finanzieri avrebbero constatato un presunto trasferimento fraudolento dei beni dell’impresa dal titolare Domenico Ficara a una serie di soggetti (convivente, genitori della convivente e Costantino Suraci), che avrebbe “svuotato” il patrimonio della propria ditta prima della dichiarazione di fallimento, pregiudicando la procedura concorsuale ed arrecando un grave danno ai creditori.
Nel frattempo sarebbe anche emerso come la stessa attività imprenditoriale fosse svolta dalla compagna del soggetto fallito, Barbara Quattrone, attraverso la ditta individuale “General Transport Di Quattrone Barbara” che aveva la stessa sede, gli stessi operai e mezzi della ditta fallita.
La “General Transport”, dopo alcuni anni di attività, e con le stesse “procedure attuate da Domenico Ficara”, secondo gli investigatori avrebbe effettuato un ulteriore trasferimento fraudolento dei beni aziendali a una serie di soggetti (i genitori, la figlia e a Costantino Suraci), provocando nuovamente un depauperamento del patrimonio della ditta. Ancora una volta, si sarebbe mutato il nome dell’azienda “ma non i reali dominus” spiegano ancora le fiamme gialle “in quanto l’attività di trasporto continuava ad essere svolta dalla Gold Transport Srl, società riconducibile agli stessi soggetti” e sempre con la stessa sede, gli stessi operai e gli stessi mezzi delle precedenti fallite.
La “Gold Transport Srl” che, in un primo momento, veniva costituita da Barbara Quattrone e Costantino Suraci (quest’ultimo amministratore unico ed ex dipendente della ditta individuale “Ficara Domenico”), successivamente, si è trasformata in società unipersonale cui unico socio era lo stesso Suraci.
Tra le società sottoposte a sequestro vi è anche la “Logistica Due Mari Sls” rappresentata da Costantino Suraci e, secondo gli inquirenti “destinata ad essere il nuovo strumento con il quale gli indagati avrebbero proseguito la medesima attività svolta dalla “Gold Trasport”, società sottoposta a misura di prevenzione”.
Con il decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Guardia di Finanza ha sequestrato anche la “General Petroli Snc di Costantino Suraci”, formalmente intestata a quest’ultimo ed a Carmelo Quattrone (padre di Barbara Quattrone) ma di fatto riconducibile a Domenico Ficara.
Infine, le indagini condotte hanno portato al sequestro del patrimonio immobiliare di cui Domenico Ficara e Barbara Quattrone si sarebbero - nel tempo - spogliati, intestandolo a presunti prestanome, tra i quali Carmelo Quattrone e Erminia Sapone, “allo scopo – sempre secondo gli investigatori - di sottrarlo alla massa fallimentare in considerazione della forma giuridica delle ditte individuali a loro riconducibili”.
Sulla scorta dei gravi elementi indiziari raccolti, è stato dunque eseguito il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, del patrimonio aziendale (comprensivo dei beni immobili e mobili registrati, nonché dei conti correnti e degli altri rapporti finanziari intestati) e delle quote sociali, della “General Petroli Snc di Costantino Suraci”, della “Gold Transport Srl” e della “Logistica Due Mari Srl”; oltre che dei 19 immobili censiti nel comune di Reggio Calabria.
Il 21 gennaio scorso le Fiamme Gialle avevano eseguito un analogo provvedimento nei confronti di un 47enne, C.C.F., con cui vennero sottoposti a sequestro per equivalente cinque società, diversi immobili e rapporti finanziari intestati a soggetti “compiacenti” che furono indagati per associazione per delinquere, dedita alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per un valore complessivo di stima di circa 12 milioni di euro.
L’attività svolta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha portato al sequestro di beni riconducibili ai fratelli Ficara per circa 24 milioni di euro.