Cassa Integrazioni del 2014, Cgil Cosenza: “Quando si faranno gli accordi?”
"Quando si faranno gli accordi sulle Cassa Integrazioni in deroga del 2014?". E' quanto si chiede Simone Celebre del Dipartimento Amm. Sociali CGIL Cosenza.
"A Cosenza - continua Celebre - bacino più grande della Regione Calabria, questa situazione preoccupa perché deve far fronte a una difficoltà che ci portiamo dietro ormai da troppo tempo.
La deindustrializzazione di quelle poche aree del nostro territorio ormai è sotto gli occhi di tutti, le zone industriali di Rende, Piano Lago, San Marco, Montalto Uffugo vivono quotidianamente crisi di aziende che non riescono a far fronte alle difficoltà, a cui non si riesce a dare risposte concrete.
Assistiamo ad un Governo Nazionale che ha dimenticato il Sud e che solo con il titolo “piano per il Sud” credeva di risolvere i problemi. La Regione Calabria a tutt’oggi non ha ancora calendarizzato gli incontri per discutere le domande di cig in deroga presentate per il 2014, sventolando di contro, un piano per il lavoro dove gli investimenti sono solo volti ad aumentare il precariato e l’assistenzialismo, basti pensare a Garanzia giovani, Borse lavoro e così via non pensando al vero lavoro che per noi è quello dipendente a tempo indeterminato.
I dati sugli ammortizzatori sociali danno una fotografia netta di quello che sta avvenendo, settori come quello dell’edilizia che hanno fatto sempre da traino oggi si trovano in una difficoltà dovuta alla mancanza di investimenti pubblici, le piccole aziende industriali del legno, tessile, metalmeccanico, del commercio non riescono a far fronte con le loro sole forze alla crisi, e sempre di più devono far fronte alle emergenze con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga.
La CGIL- conclude - ritiene che per dare respiro e risposte concrete ai lavoratori interessati dalla crisi bisogna riformare complessivamente il sistema degli ammortizzatori sociali, serve un sistema che tenga dentro tutte le categorie di lavoratori partendo da quelli più deboli come i precari, serve un sistema equo nella misura e nella durata, sostenibile, partendo dalla nostra economia che è cambiata e che deve far fronte alla crisi in modo strutturale e non con vari tasselli non organici".