Fatture false e finti costi per percepire i fondi Ue, maxi frode da 7 milioni
La Guardia di finanza di Catanzaro ha individuato un presunto danno erariale, di circa 7 milioni di euro, derivante da una serie di irregolarità commesse nella percezione di ingenti fondi comunitari destinati alla creazione di nuove unità produttive.
Sono stati così segnalati all’autorità contabile tre imprenditori del capoluogo che avrebbero percepito i fondi che l’Unione europea mette a disposizione dei diversi Paesi per la crescita delle economie e che lo Stato aveva, dunque, affidato agli imprenditori per creare nuove attività o per migliorare, anche nella prospettiva di maggiori posti di lavoro, quelle già esistenti.
Nel caso dei tre imprenditori catanzaresi, le fiamme gialle hanno appurato che il contributo richiesto avrebbe dovuto finanziare la creazione di una nuova realtà aziendale per la produzione di macchinari industriali. In realtà, gli 8 milioni stanziati - 7 dei quali già erogati - sarebbero stati destinati ad ampliare uno stabilimento già esistente e la cui attività era ben diversa da quella dichiarata al Ministero dello sviluppo economico.
Secondo gli investigatori, il sistema si basava su un sofisticato meccanismo di frode - puntualmente ricostruito sotto ogni aspetto dai finanzieri - imperniato sulla predisposizione di falsa documentazione fiscale, con l’unico scopo di creare un complesso di costi inesistenti così da poter accedere indebitamente ai contributi pubblici.
In pratica, oltre a non aver realizzato il progetto finanziato, gli imprenditori avrebbero gonfiato fittiziamente i costi per ottenere un maggior rimborso, anche attraverso giro di fatture false.
Pertanto, la quota di contributo già erogata è stata segnalata interamente come danno erariale alla magistratura contabile e al Ministero mentre il resto, ancora da erogare, è stato bloccato.