La Primavera del Cinema Italiano: vince l’edizione 2015 “Il giovane favoloso” di Martone

Cosenza Tempo Libero
Mario Martone

Gran Finale per l’edizione 2015 del festival “La Primavera del Cinema Italiano”. Dopo, il red carpet nella splendida cornice del Teatro Alfonso Rendano, su cui hanno sfilato i prestigiosi ospiti e numerose stelle del cinema, alle 20.30 di sabato, ha avuto inizio la cerimonia di consegna del Premio Federico II. Un grande successo la serata clou della kermesse.

Ad aprire lo spettacolo il toccante ricordo delle vittime di Parigi affidato al regista Mimmo Calopresti e ai versi del poeta Pier Paolo Pasolini ( a 40 anni dalla sua scomparsa). E poi, l’intensa conversazione sul cinema del maestro di Cinico TV, Daniele Ciprì.

A presentare la serata conclusiva del festival e la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta realizzata dai maestri orafi della gioielleria Scintille Montesanto): la giornalista Raffaella Salamina.

Sono stati numerosi i riconoscimenti consegnati agli attori e registi ospiti della Primavera: Mario Canale Premio Panorami Doc; Gregorio Paonessa Premio Miglior Opera prima; Simona Izzo Riconoscimento Promozione del Cinema Italiano; Diego Abatantuono Riconoscimento Promozione del Cinema Italiano; Francesco Munzi Premio Speciale Federico II.

E i premi speciali: Daniele Ciprì Premio Telesio d’argento; Paola Ferrari Premio Telesio d’argento; Gianluca Misiti Premio Telesio d’argento.

Tra gli ospiti della serata finale anche gli attori Carolina Crescentini, Gualtiero Burzi, Cecilia Zingaro e Salvatore Striano. Una serata dedicata anche alle nuove produzioni cinematografiche che si gireranno in Calabria come il nuovo film di Simona Izzo e la coproduzione italo- iraniana della regista Hana Makhmalbaf che girerà qui il suo terzo lungometraggio “Single mother”.

Subito dopo la cerimonia di premiazione ha avuto inizio l’evento speciale con cui si è conclusa la VIII edizione de “la Primavera del cinema Italiano”- Sul palco del Teatro Rendano lunghi applausi per il concerto dell’autore delle musiche di “Noi e la Giulia”, Gianluca Misiti. Al termine del concerto il direttore artistico Alessandro Russo e il patron Giuseppe Citrigno hanno consegnato al musicista il Premio Telesio d’argento.

Cosenza è stata lo scenario di una kermesse di respiro nazionale attenta, soprattutto, alle nuove proposte italiane. I film in concorso: “Anime Nere” di Francesco Munzi; “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo; “Vergine giurata” di Laura Bispuri; “Latin lover” di Cristina Comencini, “Mia madre” di Nanni Moretti ed “Louisiana” di Roberto Minervini; “Il giovane favoloso” di Mario Martone; “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone.

E tantissimi film fuori concorso e proiezioni speciali. A giudicare le pellicole e a decretare il vincitore dell’edizione 2015, anche quest’anno è stato il pubblico in sala, compilando apposite schede di gradimento. A ideare la manifestazione l’Associazione culturale “Le Pleiadi”, il suo Presidente, Giuseppe Citrigno e il direttore artistico, Alessandro Russo.

Ritorno con piacere a Cosenza per ricevere questo premio dal titolo evocativo, Federico II. Dedico questo riconoscimento alla società di produzione parigina Paname che ha prodotto il mio film”. Così ringrazia il pubblico del Teatro Rendano, il regista de “Il giovane favoloso”, Mario Martone. Il film si aggiudica l’edizione 2015 del Festival La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II. Il pubblico ha decretato Miglior film l’opera che vede protagonista, nei panni di un Leopardi ribelle, Elio Germano. A ritirare il Premio Federico II è stato il regista del capolavoro pluripremiato, Mario Martone.

Il giovane favoloso” Il regista (sceneggiatore con Ippolita di Majo) e il suo interprete hanno creato un Leopardi di loro invenzione pur poggiando tutto il lavoro sulle basi fornite non tanto dalle notizie biografiche, quanto dalla sterminata miniera dell'opera del poeta nato a Recanati nel 1798 e morto a Napoli nel 1837. Il film pesca nei territori dell'anima così a fondo e così lucidamente indagati due secoli fa da quell'uomo debole e isolato al quale si devono le basi della nostra modernità.