I templari federiciani chiedono confronto pubblico tra De Grazia e don Ciotti
“Eravamo certi che la visita di Don Ciotti a Rossano, avvenuta nei giorni scorsi in occasione dell’intitolazione della Biblioteca di Palazzo Martucci alle vittime di ‘ndrangheta, si concretizzasse nella previsione di un dialogo collettivo, come naturale manifestazione di una sintesi sociale intorno ai temi di legalità prima trattati. Avremmo voluto, infatti, confrontarci con Don Ciotti riguardo a quel compendio giuridico e cristiano che è la Legge Lazzati, ideata dal Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione Romano De Grazia, nonchè fondatore del Centro Studi Nazionale G. Lazzati.
E’ infatti un paradosso che un’associazione Antimafia come Libera non abbia mai espresso il proprio sostegno ad una Legge che incarna l’antimafia stessa”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal Rettore di Cosenza della Confraternita Cattolica Cristiana dei Cavalieri Templari Federiciani, Filomena Falsetta.
“Don Ciotti, in ogni tempo e luogo, ha sempre predicato un’unità di intenti e di azione, la necessità di un solido sistema di alleanze con la comunità, l’esigenza di osservare la realtà con gli occhi dell’obiettività, esulando da personalismi, ragioni individuali, dissapori e quant’altro. Il lavoro su quell’amaro dato di realtà che è il patto politico-mafioso, non si esaurisce in oratorie sulla legalità o in visite ufficiali, così come non si risolve nella promozione della cultura, nell’affissione di targhe, o nell’intitolazione degli spazi dei nostri territori alle vittime di mafia.
Lavorare per stroncare il rapporto mafia – politica significa ben altro, e questo Don Ciotti lo sa bene. Vuol dire non assistere supini alla carenza di leggi contro la criminalità, che scaturisce da un’incapacità “di comodo” del nostro Governo di legiferare in materia, vuol dire appoggiare quegli strumenti normativi già esistenti che tentano di sopperire al vuoto Statale. In Italia v’è una sola Legge in grado di rispondere autenticamente ai precetti di giustizia e di libertà cristiana, quella stessa libertà professata da Libera, ed è la Legge Lazzati.
Lo stesso Papa Francesco, nei giorni scorsi, ha dichiarato che tutti devono unirsi per sconfiggere il cancro della corruzione, ma non spetta certamente a noi ricordarlo ad un Sacerdote come Don Ciotti, che di tali insegnamenti ha fatto la sua ragione di vita. Tutte le forze sane della società stanno stringendosi attorno alla Legge Lazzati, e, con quella verve sociale propria dell’Essere cristiano, si battono per l’approvazione di quella che, oramai, viene considerata la Signora d’Italia.
Pertanto, noi Templari Federiciani – conclude la nota - non possiamo assolutamente esimerci dalla richiesta di un confronto pubblico tra l’ispiratore e fondatore di Libera Don Ciotti e il Magistrato Romano De Grazia, il quale, prenderà parte, altresì, alla celebrazione di chiusura della festa della Confraternita Cattolica Cristiana dei Templari Federiciani, che si svolgerà nella giornata dell’8 Dicembre ad Enna, in Piazza Armerina, alla presenza del Gran Maestro Federiciano S.E. Corrado Maria Armeri e delle autorità civili, religiose e militari”.