Cosenza: sindacati scendono in piazza per difendere i Patronati e i Caf
Cgil, Cisl, Uil e Acli della provincia di Cosenza scendono in piazza per difendere i Patronati e i Caf dai tagli previsti nella legge di stabilità 2016. Oggi 7 dicembre, infatti, le sedi dei Caf e dei Patronati sono rimaste chiuse, con i lavoratori e i sindacati che hanno organizzato dei sit-in a Cosenza davanti alla Prefettura, all'Inps e all'Agenzia delle Entrate. Una delegazione dei manifestanti è stata poi ricevuta in Prefettura e ha consegnato al capo di gabinetto del prefetto Gianfranco Tomao due lettere. In particolare, nei due documenti viene sottolineata l'importanza sociale dell'attività svolta da Patronati e Caf; vengono ricordate le sforbiciate che da qualche anno mettono a rischio i servizi, che sono per la maggior parte gratuiti; viene chiesto allo stesso prefetto di farsi portavoce con il Governo affinché vengano cancellati dalla legge di stabilità 2016 gli ulteriori tagli di 28 milioni per i Patronati e di 45 milioni per i Caf. Il capo di gabinetto si è impegnato a trasferire le istanze di Cgil, Cisl, Uil e Acli sui tavoli romani.
“Ringraziamo la Prefettura per la sensibilità dimostrata – commenta Francesco Piro, direttore del Patronato Inca Cgil di Cosenza -. Se questa legge di stabilità non verrà cambiata, sarà messa in discussione l'erogazione dei servizi. Le ricadute per la provincia di Cosenza, dove i nostri Patronati sono molto diffusi, saranno ancora più pesanti. Ad esempio, come faranno i pensionati che hanno difficoltà a spostarsi, se dovessimo chiudere delle strutture? Senza dimenticare, inoltre, la soppressione in atto di molte sedi Inps”.
“Nel 2015 abbiamo assistito i cittadini nella compilazione di 26.00 modelli 730, e nel 2014 di 1900 modelli Isee – evidenzia Luca Cascardi, responsabile del Caaf Cgil di Cosenza -. Ma i numeri da soli non spiegano l'importanza dei nostri servizi, dobbiamo ricordare che sia la compilazione del 730, sia quella dell'Isee nel corso degli anni è diventata sempre più complessa. E' fondamentale, quindi, nell'interesse dei nostri lavoratori e, soprattutto, dei cittadini, che il Governo torni sui propri passi e cancelli dalla legge di stabilità questi tagli iniqui e insensati”.