Giovane italia, creare tavolo di concertazione nazionale
Per tanti giovani è, forse, la strada più rapida per entrare nel mondo del lavoro. Tuttavia il settore dei call center in outsourcing, cioè quelli che svolgono l’attività per aziende terze, è da tempo in crisi. La crisi molto spesso è stata determinata proprio dalle aziende che usufruiscono di questi servizi, che hanno acconsentito di spostare ,addirittura fuori dall’Italia e dall’Europa, i famosi call center. Uno dei nodi produttivi più influenti del nuovo millennio è la comunicazione. Telemarketing, contact center, inbound, outbound, per molti queste parole non dicono nulla, ma per le migliaia di persone che ci lavorano sono gli elementi base del sistema che fanno muovere la “nuova fabbrica”, il call center. Nella città di Crotone opera quello della famiglia Abramo che rappresenta una delle aziende più grosse, se non la più grossa, del territorio; un’azienda che ha dato occupazione e speranza a tanti giovani. Tuttavia, da mesi è in corso, nello stabilimento di via Fibonacci, una vertenza che contrappone l’azienda ad un gruppo di lavoratori, che a seguito della chiusura del reparto H3G, sono stati de localizzati nel sito di Cosenza. La trasferta nella città cosentina, a nostro avvivo, azzererebbe i vantaggi derivanti dal lavoro part-time sia in termini economici ma soprattutto in termini di tempo, perché è impensabile considerare conveniente viaggiare quotidianamente a più di 100 km dalla città in cui si vive a parità di trattamento economico. Bisogna impedire questo esodo, che in realtà altro non è che un modo “elegante” per liberarsi dei lavoratori crotonesi, presentandogli un’offerta lavorativa inaccettabile. La Giovane Italia ritiene troppo critico il momento che la città sta vivendo. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria “vertenza Crotone“.Le vertenze Datel, Getek, Gress 2000, Villa Giose e Sasol hanno un comune denominatore: lo stato di totale smarrimento in cui ormai vivono i lavoratori. La precarietà è ormai entrata nella vita delle persone. Affinché la crisi che attanaglia il nostro territorio possa trovare una soluzione occorre che le istituzioni, i sindacati, le varie parti politiche e la popolazione affrontino le varie problematiche del lavoro su un unico tavolo di crisi. Siamo consapevoli che ogni problema ha le sue caratteristiche, ma siamo convinti che solo affrontandole insieme si possano trovare le giuste soluzioni.