Contributi Consorzi, Ferrara (M5S): “Consiglio regionale immobile”
“Da tre anni è ferma davanti alla IV commissione del Consiglio regionale una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da circa 8000 cittadini calabresi, diretta a correggere i criteri dell’imposizione dei tributi da parte dei Consorzi di bonifica. Doveva essere discussa e votata dal Consiglio entro 6 mesi dalla data della sua presentazione, risalente a febbraio 2013. "Il termine non è stato rispettato nella passata legislatura e analoga situazione si è verificata con l’attuale amministrazione regionale" - dichiara la deputata europea Laura Ferrara (M5S) - " intanto i cittadini continuano a ricevere avvisi e cartelle di pagamento sui terreni che ricadono nei comprensori consortili indipendentemente dal beneficio derivante da opere ed attivitá di bonifica. In questi ultimi anni sono state presentate petizioni, esposti e diverse interrogazioni che hanno denunciato le criticità del sistema dei Consorzi di Bonifica calabresi non solo al Consiglio Regionale ma anche al Parlamento italiano e al Parlamento europeo. Non ci sono giustificazioni all´immobilismo del Consiglio regionale dinanzi alle proteste di migliaia di calabresi".
“ A ricadere nei comprensori di tali enti è il 77% del territorio regionale. Il tributo ha l’unica finalità di consentire il funzionamento dei Consorzi, di mantenerli in vita, anche nel caso in cui non forniscano alcun servizio. Tale situazione ha determinato proteste diffuse in tutta la regione, la presentazione di un alto numero di ricorsi davanti alle Commissioni tributarie e la costituzione di un Comitato di cittadini che ha promosso molteplici iniziative, tra cui alcune proposte di legge di iniziativa popolare". Travagliata la storia dei Consorzi calabresi: per decenni sono stati caratterizzati da una preoccupante situazione organizzativa, economica e finanziaria, tanto da rendere necessaria una loro riforma, avviata in base alla L.R. n. 11 del 2003.
Il sistema consortile regionale viene difeso in ogni occasione dalla Coldiretti che, attraverso i suoi associati, ha la maggioranza negli organismi di gestione. Più critici CIA e Confagricoltura, che pur sostenendo la riforma, hanno messo in discussione i risultati da essa raggiunti, in quanto non avrebbe risolto i problemi atavici degli enti. "Il numero dei Consorzi fu ridotto da 17 a 11, ma furono aumentati i terreni soggetti a tassazione - continua Laura Ferrara - ricomprendendo nei nuovi 11 Consorzi più territorio regionale di quanto ne fosse ricompreso nei precedenti 17. Questa operazione ha permesso di battere cassa, di avere entrate utili anche per il pagamento dei debiti contratti dai vecchi enti consortili e trasferiti a quelli istituiti dopo la riforma. Nonostante tutto, i nuovi Consorzi continuano ad indebitarsi. Tanti gli scandali che nel corso degli anni hanno colpito gli enti consortili calabresi, dai milioni di euro sprecati con la diga sul fiume Melito ai recenti compensi gonfiati degli ex commissari del soppresso Sibari-Crati, posto in liquidazione con un debito mai appurato con precisione, ma ammontante a centinaia di milioni di euro. Inoltre, dall’entrata in vigore della legge di riforma n. 11 del 2003, sono decorsi 12 anni prima di giungere all’elaborazione dei piani di classifica, gli strumenti necessari per individuare e quantificare il beneficio che gli immobili consorziati traggono dall'attività di bonifica, e quindi per garantire un corretto calcolo dei tributi consortili.
Ai piani di classifica è stato dato parere favorevole nei giorni scorsi dalla IV Commissione, a cui seguirà l’approvazione finale da parte del Consiglio regionale. L’ assenza dei piani di classifica ha rappresentato il principale motivo di illegittimità dei tributi che sono stati imposti sino ad ora. Il Comitato dei cittadini aveva depositato davanti alla IV Commissione una memoria in cui criticava fortemente i piani redatti dagli 11 Consorzi della Calabria, in quanto risulterebbero essere un copia-incolla di un piano di classifica risalente al 1999 del Consorzio n. 6 della Regione Lazio. Tali piani, secondo il Comitato, adattati opportunamente alla situazione calabrese, avrebbero come unico scopo quello di fornire una copertura di legittimità all’imposizione tributaria consortile e contrastare l’accoglimento dei ricorsi utilizzati per impugnare i tributi ingiusti, nonché destituire di fondamento la proposta di legge di iniziativa popolare, permettendo ai consorzi di continuare ad usufruire di entrate attraverso tasse che saranno imposte a prescindere dai servizi e dai benefici derivanti da opere e da attività di bonifica. Un caso" - conclude Laura Ferrara- "che non ha precedenti in nessun´altra regione italiana. Il 27 febbraio, a Corigliano Calabro, ci incontreremo pubblicamente con i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare, i soggetti coinvolti nella battaglia contro i tributi ingiusti e ci confronteremo con i cittadini sulle prossime azioni da intraprendere".