Operazione Crimine, confiscati beni per 12mln di euro a Domenico Frascà
La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha ottenuto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale un provvedimento di confisca preventiva di beni mobili ed immobili, per un valore di circa 12 milioni di euro, riconducibili al patrimonio di Domenico Frascà (56enne di Roccella Jonica) e del suo nucleo familiare. Frascà è considerato dagli inquirenti “contiguo” alla cosca di ‘ndrangheta dei “Mazzaferro”, clan attivo in particolare nel comune di Gioiosa Jonica.
Il provvedimento è stato eseguito nella mattinata di ieri, 24 febbraio, dai Carabinieri del Comando Provinciale. L’attività costituisce la prosecuzione dell’operazione “Crimine”, nell’ambito della quale Frascà è stato indagato e, successivamente, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi di reclusione, condanna confermata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria e rideterminata in due anni a seguito della scelta del rito abbreviato.
Il reato contestatogli è quello di illecita concorrenza sleale pluriaggravata: per i giudici, in concorso con altri soggetti, avrebbe posto in essere degli atti di concorrenza sleale per condizionare dei lavori relativi all’esecuzione dell’appalto per la realizzazione della “Variante al centro abitato di Marina di Gioiosa Jonica” nel tratto della Statale 106. Contestate anche le aggravanti di avere commesso il fatto per una “attività finanziata in tutto o in parte dallo Stato” allo scopo di agevolare l’associazione mafiosa.
L’OPERAZIONE CRIMINE, avrebbe fatto emergere un forte condizionamento esercitato dalle cosche Aquino e Mazzaferro nell’esecuzione dei lavori nel tratto della 106, mediante l’imposizione di “proprie imprese di riferimento” all’aggiudicataria dell’appalto, la Gioiosa Scarl. In particolare, nel corso dei lavori, la ditta Tra-Edil Frascà, che sarebbe riconducibile a Domenico Frascà, si affiancò e sostituì la Ediltrichilo (impresa che era ritenuta vicina agli Acquino) all’indomani di due danneggiamenti subiti dalla Gioiosa Scarl.
Per gli investigatori è rilevante il fatto che questa sostituzione avvenne in condizioni economiche svantaggiose: Frascà, è la tesi sostenuta degli inquirenti, sarebbe riuscito ad “imporre senza nessuno sforzo un prezzo del ferro superiore a quello praticato dall’impresa uscente, la Ediltrichilo, evidentemente in un’ottica di riequilibrio dei guadagni delle cosche di riferimento delle due ditte, non spiegandosi in alcun modo la scelta di sostituire una ditta con un’altra per pagare anche un prezzo più alto per lo stesso tipo di materiale”. Una coincidenza evidenziata ancora dagli investigatori è che dopo l’arrivo della Tra-Edil sul cantiere non si sarebbero più verificati atti intimidatori.
Il provvedimento di oggi, scaturito dalle risultanze investigative patrimoniali eseguite dal Reparto Operativo dei Carabinieri reggini, ha riguardato dunque una villa di undici vani, con annessa piscina e garage, a Roccella Jonica; due terreni nell’agro di Roccella; tre società che operano nel settore dell’edilizia; tre veicoli industriali; un motociclo; svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative.