Sequestro al clan Commisso: una società di ‘ndrangheta dipendente dalla cosca

Reggio Calabria Cronaca

Stamane personale del Commissariato di Siderno, unitamente a quello della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, ha eseguito il decreto di sequestro 241/2011 R.G.M.P. e 35/11 Provv. Seq., emesso, il 18 ottobre 2011, dal Presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, Dr. Vincenzo Giglio, nei confronti di: Riccardo Rumbo, 49 anni; Riccardo Gattuso, 41 anni; Massimo Pellegrino, 38 anni; Antonio Galea, 49 anni; Giuseppe Napoli, 42 anni; D.P., 42 anni; Vincenzo Commisso, 75 anni; Cosimo De Leo, 49 anni, tutti residenti a Siderno.

Il provvedimento in argomento trae origine da una proposta patrimoniale presentata, in data 4 ottobre, dal Questore di Reggio Calabria, Dr. Carmelo Casabona, a conclusione di un’intensa indagine patrimoniale, esperita dalla Divisione Anticrimine di Reggio Calabria e dal Commissariato di P.S. di Siderno.

I predetti, arrestati nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Bene Comune-Recupero”, hanno costituito, a Siderno, la ‘ndrina “Rumbo-Galea-Figliomeni”, strettamente collegata al potente sodalizio mafioso dei “Commisso”, dedita prevalentemente alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti ed al riciclaggio di denaro provento di attività illecite.

L’operazione, eseguita dalla locale Squadra Mobile, il 14 dicembre 2010, e coordinata dal Procuratore della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria Dr. Giuseppe Pignatone, ha consentito di trarre in arresto 53 soggetti appartenenti alla cosca Commisso di Siderno.

Gli arrestati sono ritenuti responsabili di appartenere ad una associazione a delinquere di tipo mafioso, operante nel territorio ricadente nel comune di Siderno e zone limitrofe e oltre i confini nazionali, a Canada nella città di Toronto, organizzata in diversi gruppi criminali tra loro collegati e finalizzata al controllo mafioso del territorio ed alla commissione di una serie di delitti tra cui estorsioni, delitti contro la persona, intestazione fittizia di attività economiche a prestanome, riciclaggio, traffico di sostanze stupefacenti.

L’indagine ha permesso di accertare l’esistenza a Siderno di una società di ‘ndrangheta composta da diverse ‘ndrine tra loro collegate, dipendenti, comunque, sempre dalla famiglia Commisso.

In particolare la suddetta attività investigativa ha evidenziato che i proposti, in virtù della loro appartenenza al sodalizio mafioso, erano riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle numerose attività illecite del clan ed avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, ad accumulare un ingente capitale che reinvestivano nell’acquisto di società, aziende, beni immobili ed altro, intestati, al fine di eludere la normativa antimafia, ai propri familiari o a soggetti terzi.

Il Tribunale – Sez. Mis. Prev. di Reggio Calabria - accogliendo le risultanze investigative, ha emesso il provvedimento di sequestro beni nei confronti di numerose società, aziende, immobili (appartamenti e terreni), conti correnti e molto altro.

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