Gli studenti dell’Ipsia di Montalto Uffugo affrontano il problema amianto con l’Ona
Dopo i rifiuti, l’amianto. Si è concluso all’Ipsia di Montalto Uffugo il ciclo di incontri sul tema dell’ambiente che ha visto il comitato provinciale dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto) protagonista al fianco delle scuole del territorio. Dopo Rogliano e Cosenza, dunque, il testimone è passato ai ragazzi di Montalto che hanno presentato a una platea composta da studenti e personale scolastico, ma non solo, i primi risultati del progetto partito a ottobre.
Risultati che hanno colpito positivamente il pubblico dell’aula magna, non solo per la spigliatezza e la competenza evidentemente conquistata sul campo con le quali Eva Porchia, Francesco Metallo, Martina Bruno e Adele Santoro si sono destreggiati ai microfoni – con una parte dell’esposizione anche in lingua inglese – ma anche per l’ottimo lavoro fatto con la mappatura del territorio comunale e con una vera e propria videoinchiesta sulla presenza e gli effetti dell’amianto nelle zone indagate.
Presente dall’inizio alla fine del convegno il sindaco di Montalto Pietro Caracciolo, che si è dimostrato disponibile e pronto ad accogliere le sollecitazioni provenienti dal tavolo dei relatori in tema di lotta all’amianto. Una lotta per la quale, è stato detto da più parti, c’è ancora tanto da fare. A introdurre il tema dell’incontro, moderato da Franca Sposato, avvocato e delegato dell’Ona Cosenza, è stato Beniamino Falvo, commissario regionale dell’Osservatorio. Poche parole ma ben dette rivolte ai ragazzi: «Avete avuto la fortuna di poter fare questo percorso di educazione ambientale a scuola, cosa che a quelli della mia generazione non è stato possibile. Ed è per questo che abbiamo combinato il territorio in questo modo».
Ai microfoni si sono alternati poi Luisa Ferro e Francesco De Vincenti, componenti del centro Geologia e Amianto dell’Arpacal di Cosenza, che hanno relazionato sulle metodologie di monitoraggio dell’amianto, e Michelangelo Iannone, tossicologo e ricercatore del Cnr, che ha messo in evidenza gli effetti nefasti sulla salute di questo killer silenzioso e al quale l’Ona ha consegnato la nomina di componente del suo comitato tecnico-scientifico nazionale.
A tirare le conclusioni è stato Giuseppe Infusini, presente nella doppia veste di coordinatore provinciale dell’Ona e promotore e responsabile del progetto scolastico. Alla soddisfazione per l’impegno profuso dai suoi studenti, Infusini ha dovuto però affiancare la profonda insoddisfazione per una situazione di stallo che vede la Calabria vittima dei ritardi e delle disattenzioni da parte delle istituzioni. Una regione che non viene considerata dalle politiche nazionali per quanto riguarda gli incentivi alle bonifiche perché non è ancora riuscita a comunicare alcuna mappatura della presenza di amianto e che con molta lentezza si è adeguata alla normativa del 1992, con una legge regionale (la n°14/2011) che peraltro è rimasta quasi completamente disattesa.
«Nonostante le promesse fatte da diversi politici anche in occasioni pubbliche, noi ancora attendiamo delle risposte – ha dichiarato Infusini –. Ci siamo offerti più volte di dare un supporto a livello regionale per approntare una strategia valida di lotta all’amianto, ma dopo i primi segnali di apertura siamo stati esclusi finanche dalle discussioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: metri quadrati di questo materiale pericolosissimo che ancora ammorbano i nostri centri abitati e gente che continua ad ammalarsi e a morire. Noi crediamo sia davvero il momento di dire basta».