Operazione Atlantide. Mentono al Pm per favorire la cosca, arrestati padre e figlio
Nella serata di ieri, giovedì 3 marzo, i Carabinieri di Gioia Tauro, hanno eseguito un provvedimento di custodia sottoponendo agli arresti domiciliari, due uomini C.C. e G.C., rispettivamente padre e figlio di 65 e 35 anni. Entrambe commercianti, sono accusati di false informazioni al Pubblico Ministero, reato aggravato dalle finalità mafiose. Secondo gli inquirenti avrebbe agevolato e anche tentato di far scagionare dei soggetti che sono ritenuti legati alla locale cosca dei “Piromalli”.
In particolare, nel corso delle investigazioni relative all’indagine “Atlantide”, operazione che ha beneficiato anche del contributo delle dichiarazione rese da alcuni collaboratori di giustizia, padre e figlio erano stati individuati come vittime di usura da parte di appartenenti alla cosca ma, sostengono gli investigatori, ascoltati dal magistrato avrebbero negato le circostanze e le contestazioni mossegli, esponendo delle versioni ritenute “di comodo”.
I militari sostengono anche che questa circostanza sia emersa dalle attività di monitoraggio eseguite nei loro confronti, da cui si potrebbe ipotizzare che gli stessi fossero consapevoli che le dichiarazioni rese al Pm avrebbero potuto far scarcerare alcuni o tutti gli affiliati arrestati il 22 dicembre scorso, e che sono tra l’altro considerati esponenti di spicco del clan.
Un ulteriore dato emerso dalla intercettazione delle conversazioni tra i due familiari, e che farebbe sospettare agli investigatori che i due avessero “scientemente voluto fornire versioni false” su quanto li ha riguardati direttamente o indirettamente, sarebbe rilevabile dal fatto che avrebbero anche pianificato una presunta remunerazione per le dichiarazioni rese. I carabinieri, inoltre, hanno documentato come il figlio 35enne avesse portato a conoscenza Francesco Cosoleto (37enne indagato nell’ambito dello stesso procedimento) dei motivi della convocazione sua e del padre presso la Procura Distrettuale e del contenuto delle dichiarazioni che avevano rilasciato.
Emtrambe, come dicevamo, sono ora sottoposti ai domiciliari in attesa degli interrogatori di garanzia. Il provvedimento a loro carico è stato emesso 29 febbraio dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura Distrettuale.