Truffe: “Operazione easy”, i nomi degli 11 arrestati

Reggio Calabria Cronaca

Dopo oltre due anni di indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, insieme ai sostituti Stefano Musolino prima e Salvatore Dolce, i finanzieri hanno scoperto il sistema escogitato dai fratelli Antonio e Luciano Russo, da Eugenio Romano e da Rosario Caridi, ai quali viene per questo contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla truffa, oltre a varie altre ipotesi di delitto quali riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria. I quattro, dopo avere ottenuto la fiducia di varie ditte, prevalentemente con sede nel Nord Italia, avrebbero acquistato e fatto sparire merce di vario tipo (trapani, condizionatori d'aria, combustibile per stufe, generi alimentari), addirittura confetti prodotti a Sulmona, senza, poi, pagarne il corrispettivo. Non manca sullo sfondo la presenza delle cosche della piana visto che Luciano Russo, sottolineano gli inquirenti, e' sposato con Dorotea Deborah Molè, figlia del defunto boss Domenico, deceduto in carcere diversi anni addietro, considerato uno dei maggiori esponenti dell'omonima cosca. Anche la madre di Dorotea, Concetta Piromalli, a sua volta, e' figlia del boss Domenico Piromalli, deceduto da oltre vent'anni. Proprio il matrimonio tra i coniugi Domenico Mole' e Concetta Piromalli a suo tempo sancì la storica alleanza tra i due clan, oggi considerata finita dopo l'uccisione di Rocco Mole', avvenuta il 2 febbraio del 2008 in seguito ai disaccordi tra le due famiglie sulla gestione dei servizi all'interno dello scalo portuale ed al prepotente ingresso in quegli affari degli Alvaro di Sinopoli. Secondo le indagini, le aziende acquirenti, (tra cui le ditte Iannone Fortunato, Viola Emilia, Strangio Sebastiano, Carid di Caridi Rosario, Geiva di Germano' Ivan, Aerre di Cedro Salvatore, Euro agrumi 2003 di Raso Michele, Globo di Bevilacqua Damiano, e Commerciale Calabra di Labate Pasquale), tutte di Gioia Tauro e San Ferdinando, risultavano intestate ai classici prestanome che profumatamente ricompensati, assumevano la titolarità delle imprese, di fatto inesistenti. Per raggiungere il risultato l'organizzazione che ha curato ogni particolare, dalla costituzione della falsa impresa presso la camera di commercio, all'acquisizione della partita IVA, dal contratto per la linea telefonica e per il fax, all'apertura, con somme esigue, di conti correnti bancari. In questo un ruolo fondamentale sarebbe stato svolto da Luciano Russo, mente finanziaria del gruppo che curava proprio l'apertura dei conti correnti.

Ulteriori dettagli dell'operazione | È una visione unitaria sulle tante truffe che nell'ultimo quinquennio sono state denunciate e ricondotte alla piana di Gioia Tauro l'elemento di novità dell'operazione 'Easy', che questa mattina ha portato a undici arresti da parte della Guardia di Finanza, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Gli investigatori, coordinati dalla procura di Palmi, hanno scoperto un vero e proprio sistema con un gruppo di vertice che costituiva la mente finanziaria e una serie di prestanome incensurati disposti a correre il rischio di azioni penali e civili nel porre in essere delle truffe. Sono 500 i casi vagliati dagli investigatori, tutti ricondotti sotto una regia unica. Il meccanismo truffaldino era semplice. Si costituiva una società ex novo che acquistava i beni di settori merceologici più diversi, dai condizionatori d'aria al pellet, dai trapani fino ai confetti di Sulmona. Dopo il primo acconto, però, diventavano inadempienti e senza un euro sul conto corrente. Il gip del Tribunale di Palmi ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei fratelli Antonio (47 anni) e Luciano Russo (quest'ultimo 44enne genero del defunto boss di Gioia Tauro Domenico Mole'), Rosario Caridi (42), Salvatore Carla' (34), Vincenzo Catananti (27), Sylvester Piotr Krik (26 anni di nazionalita' polacca), Eugenio Romano (59), Francesco Scafo' (30), Emilia Viola (25). Altre due persone sono irreperibili. In totale gli indagati sono 75.