Condannato in appello per estorsione, confiscati beni per 1,2 milioni

Cosenza Cronaca

La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di confisca, emesso dalla Corte d’Appello del capoluogo su proposta dalla Procura Generale, nei confronti di Francesco Suriano, 36enne nipote di Tommaso Gentile, ritenuto capo dell’omonima cosca dell’hinterland di Amantea, nel cosentino, ed attualmente in carcere.

IL PROVVEDIMENTO eseguito stamani ha riguardato beni riconducibili a Suriano, del valore complessivo stimato in un milione e duecentomila euro; in particolare si tratta dell’intero compendio aziendale di una ditta individuale, la “Scalise Carolina”, con insegna "La Maison", che si occupa di commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, calzature, borse e accessori; delle quote sociali della "Suriano Football Club”, che gestisce impianti di campi di calcetto e di impianti sportivi in genere; della società cooperativa "Jet Services", che opera nel settore della pulizia e lavaggio aree pubbliche, rimozione neve e ghiaccio; della società "Planet Center” , attiva nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di autovetture, di autoveicoli e motoveicoli di ogni tipo, sia nuovi che usati (tutte le aziende hanno sede ad Amantea). Sigilli inoltre a quattro immobili; tre beni mobili registrati; un rapporto finanziario e quattro polizze assicurative.

La Corte d’Appello di Catanzaro ha appurato, preliminarmente, l’esistenza di una sentenza a carico di Suriano, che è stato condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la cosca mafiosa dei Lanzino-Di Puppo di Cosenza. Il Collegio, muovendo dall’esito delle investigazioni patrimoniali che hanno considerato un ampio arco temporale, ha evidenziato che “… Gli accertamenti di natura patrimoniale esperiti dalla Direzione Investigativa Antimafia - Sezione Operativa di Catanzaro - nei confronti del Suriano hanno consentito di riscontrare che lo stesso e la moglie hanno dichiarato, nel periodo 2001-2013, redditi nulli o irrisori e al di sotto della soglia di minima sussistenza … “.

“…Il valore dei beni mobili e immobili sopra elencati - hanno inoltre argomentato i i Giudici della Corte d’Appello - è manifestamente sproporzionato rispetto alla situazione di pressoché totale impossidenza dichiarata del nucleo familiare … “ ed inoltre che “tutti i beni devono essere ricondotti a Suriano atteso che la moglie e le due figlie (nate nel 2007 e nel 2009), formali intestatarie, non godevano e non godono di redditi tali da consentire loro l’acquisto”.

L’attività operativa è compresa nell’ampia ed articolata strategia, finalizzata all’aggressione dei patrimoni considerati acquisiti illecitamente, e denominata operazione “Quattro Terre” che, dal suo avvio, negli ultimi quattro anni ha portato alla confisca di beni per oltre 30 milioni di euro.

L’applicazione delle leggi che consentono la confisca di beni nei confronti di soggetti condannati per particolari reati, è fortemente perseguita dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, che ha impostato un’azione sinergica su tutto il territorio del Distretto, delegando anche alla Dia l’esecuzione di mirati accertamenti patrimoniali confluiti, poi, in una proposta di confisca presentata alla Corte.