Vanta un credito di 230 mila euro, 47enne fermato per estorsione

Reggio Calabria Cronaca

Al termine di articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di Emanuele Quattrone, reggino 47enne già noto alle forze dell’ordine, e già sottoposto all'obbligo di dimora (con divieto di allontanamento dalla propria abitazione dalle 20 alle ore 7) nell’ambito di un altro procedimento penale.

L'uomo è ritenuto accusato, in concorso con altri soggetti ancora da identificare, di avere minacciato - dal giugno 2011 al gennaio di quest’anno - due coniugi di Gallina per costringerli a pagargli 230 mila euro quale corrispettivo per dei presunti lavori di completamento dell’edificio in cui abitano e per i quali avrebbe già ricevuto nell’aprile del 2011, 443 mila euro.

Le minacce, secondo la tesi degli investigatori, si sarebbero concretizzate nel lancio di una testa mozzata di capretto contro il cancello dell’abitazione dei coniugi e, inoltre, fissando un pallone all’interno del tubo di scarico della stessa casa, inchiodandolo con le tavole, e provocando così l’allagamento della scuola di musica adiacente, poiché l’acqua non sarebbe riuscita a defluire dal cortile.

Inoltre, sostengono ancora i militari, il 47enne avrebbe provocato un principio di incendio, nell’ottobre 2012, appiccato all'esterno del muro di confine dell’abitazione; avrebbe anche inscenato un tentativo di rapina tranite da quattro soggetti che a mano armata e volto coperto che avrebbero minacciato uno dei coniugi, puntandogli contro una pistola. Inoltre, avrebbe inviato, su sul numero di telefono di uno dei due un messaggio contenente delle minacce di morte e recapitato una lettera minatoria nella quale avrebbe invitato il marito ad “aggiustare la cosa”, lasciando intendere che in caso contrario vi sarebbero state conseguenze per la sua incolumità e di quella dei familiari.

Come se non bastasse, sostengono ancora gli investigatori, avrebbe depositato davanti all’abitazione dei coniugi una bombola di gas di 15 Kg; realizzato un falso profilo Facebook con il quale monitorare l’operato di marito, moglie e dei figli e pubblicando sullo stesso social network 60 foto dell’abitazione oggetto del contendere, accompagnata da commenti minatori.

L’attività di indagine ha tratto origine dalla ricezione, presso la Stazione di Gallina, di diverse denunce sporte dalle vittime, e dalle quali sono scaturite una serie di accertamenti, anche di natura contabile e bancaria, effettuati con l’ausilio del Nucleo Operativo della Compagnia di Reggio Calabria. Quattrone, una volta rintracciato è stato condotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.