Imprenditore contiguo alla cosca Piromalli, maxi sequestro da 215 milioni

Reggio Calabria Cronaca

Un patrimonio stimato in circa 215 milioni di euro è stato sequestrato a Alfonso Annunziata, imprenditore ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca di ‘ndrangheta dei “Piromalli” di Gioia Tauro.

Secondo gli inquirenti vi sarebbe stato quello che hanno definito “un indissolubile rapporto di sinergia economico-criminale” tra il clan e l’imprenditore. Quest’ultimo si sarebbe prestato, “volontariamente e consapevolmente”, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici dei Piromalli creando e sviluppando, nel tempo, “solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro”.

A seguito dell’indagine, gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno eseguito il sequestro di prevenzione, emesso dalla Procura reggina, in Calabria e in Campania - avrebbero accertato una sproporzione palese tra l’ingente patrimonio e i redditi dichiarati dalla famiglia dell’uomo e tale da non giustificarne una provenienza legittima.

Nel complesso sono scattati i sigilli al patrimonio aziendale e alle quote sociali di sei imprese, 85 immobili, 42 rapporti finanziari e a denaro contante per quasi 700 mila euro.

INQUIRENTI: ANNUNZIATA CUORE IMPRENDITORIALE DELLA COSCA

Il provvedimento si basa sulle risultanze delle indagini eseguite in seguito all’operazione “Bucefalo”, nell’ambito della quale, nel mese di marzo dell’anno scorso, Annunziata era stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare in carcere. In relazione a queste vicende si sta celebrando in questi giorni, a Palmi, il processo che lo vede imputato di associazione mafiosa, poiché ritenuto “partecipe” alle attività illecite della cosca Piromalli.

In particolare, nell’ordinanza si legge che Annunziata “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca ... Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia Piromalli, da Don Peppino cl. 21 fino a Pino … cl. 45, (…) ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro (un esempio per tutti la realizzazione del parco commerciale Annunziata). Annunziata , in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca Piromalli, rappresentandone (…) il «cuore imprenditoriale»”.

UN RAPPORTO INDISSOLUBILE CHE DURA DA 30ANNI

Per gli investigatori sarebbe dunque emersa l’esistenza di un rapporto indissolubile di cointeressenza economico-criminale tra Alfonso Annunziata e la cosca che sarebbe nato sin dalla prima metà degli anni ’80, che si sarebbe definitivamente sviluppato tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 e che sarebbe proseguito ininterrottamente fino ad oggi.

La risalenza nel tempo del presunto rapporto di contiguità con il clan troverebbe riscontro nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e nell’articolata attività investigativa svolta anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali. Significativa di questo presunto “stretto rapporto di contiguità”, secondo gli inquirenti sarebbe una conversazione ambientale intercettata ed in l’imprenditore, parlando nella sua auto con la moglie Domenica e passando davanti a un terreno in cui attualmente si trova una villa di proprietà della famiglia Piromalli, nei pressi del cimitero di Goia Tauro, avrebbe raccontato alla consorte di quando si sarebbe più volte recato a trovare “Peppe il vecchio (ovvero il presunto boss Giuseppe Piromalli) quando quest’ultimo - all’epoca latitante poiché ricercato dal luglio 1979, e arrestato nel 1984 - si trovava all'interno di una baracca a giocare a carte con altri amici.

IL GARANTE “AMBIENTALE” DEGLI IMPPRENDITORI

Secondo la tesi investigativa, pertanto, Annunziata sarebbe stato “un punto di riferimento fondamentale per le attività economiche del clan …, svolgendo anche il ruolo di garante ambientale per gli imprenditori interessati a operare presso l’omonimo centro commerciale che a lui si rivolgevano nella consapevolezza del suo collegamento con la … cosca”.

L’attività investigativa si è poi concentrata sulla ricostruzione del complesso dei beni di cui l’imprenditore e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, nell’arco temporale dal 1979 al 2013. I finanzieri ritengono vi sia una netta sproporzione tra i redditi dichiarati o le attività economiche svolte e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare. Sulla base di ciò il patrimonio sequestrato viene considerati il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite.

I militari, per dimostrare la loro supposizione hanno estrapolato e acquisito parecchia documentazione: contratti di compravendita di beni immobili, di quote societarie, atti notarili, ecc. Il tutto necessario per ricostruire ogni singola operazione economica effettuata dal nucleo familiare. Il materiale acquisito è stato poi oggetto di approfondimenti per ricostruire, con dovizia di particolari, tutte le movimentazioni finanziarie eseguite da Annunziata e dai suo congiunti.

I BENI SOTTOPOSTI A SEQUESTRO

Sotto il profilo della disponibilità dei beni, gli inquirenti non solo hanno individuato quegli asset patrimoniali di cui Annunziata è risultato titolare o per i quali ha operato, in capo allo stesso, la presunzione legislativa di disponibilità; ma hanno anche raccolto dati oggettivi e concreti che hanno portato a ritenere che l’uomo, al di là della formale intestazione dei beni, ne è risultato essere l’effettivo dominus.

È stato pertanto eseguito il sequestro dei seguenti beni: l’intero patrimonio aziendale della ditta individuale Annunziata Alfonso di Gioia Tauro, e l’unità locale di Vibo Valentia, in località Spoletino; l’intero patrimonio aziendale della “Annunziata Srl” di Gioia Tauro e due unità locali sempre nello stesso comune, compreso l’omonimo Parco Commerciale; 26,67% delle quote societarie della “Geim Service Srl., con sede legale a Gioia Tauro; l’intero patrimonio aziendale della “Centro Più Annunziata di Annunziata Alfonso &C Snc”, con sede legale a San Giuseppe Vesuviano; il 6% delle quote societarie della “Sim Spa” di Gioia Tauro; l’intero patrimonio aziendale della “Annunziata Group Srl” di Gioia Tauro e due unità locali a Vibo Valentia e Feroleto Antico; 85 beni immobili tra ville, appartamenti, locali commerciali e terreni nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Napoli; 42 rapporti finanziari personali o aziendali; denaro contante per quasi 700 mila euro.

(Aggiornata alle 8:20)