Caputo: “La bretella traforo è un’offesa alla città di Rossano”
"Quel viottolo aperto questa mattina all’imbocco del traforo è un’autentica porcheria. I soldi dei contribuenti sono stati spesi male e mi auguro che nessuno si azzardi a venire ad inaugurare questa opera pericolosa ed insensata. La bretella per l’innesto sulla statale provinciale 188 è una vergogna, una bruttura, un pessimo biglietto da visita per la città. Come avevamo proposto nei mesi scorsi, si sarebbe potuto intervenire in altro modo, fortificando i pilastri o demolendo la galleria pilastrata più o meno allo stesso costo dei lavori per quel vicolo. Ed invece si è preferito eseguire una oscenità che creerà soltanto disagi ai rossanesi. Le code e le attese ai semafori istallati per regolamentare il flusso e deflusso, saranno infinite, per non parlare del rischio di incidenti ad un incrocio pericolosissimo e nascosto. L’opera realizzata dalla Provincia di Cosenza è un’offesa, un insulto alla città di Rossano, una mortificazione all’intelligenza della gente. E’ di una gravità inaudita la superficialità con la quale ha agito l’amministrazione provinciale, realizzando un’opera che qualifica lo spessore politico e amministrativo di chi ci governa alla Provincia."
E' quanto dichiara in una nota Giuseppe Caputo Candidato a sindaco #lacertezzadelfare. "Chi ha concretizzato questa soluzione, - si legge ancora - dovrebbe vergognarsi. Ma dovrebbe provare ancora più vergogna chi, a livello locale, ha sponsorizzato l’idea di quel viottolo obbrobrioso solo per assumere la patente del risolutore dei problemi. Ci vuole un bel coraggio a bearsi di un’opera pubblica del genere ed, addirittura, azzuffarsi per l’inaugurazione. Per celebrare cosa poi? Uno orrore che rimarrà così chissà per quanti anni ancora?Rossano non ha bisogno di questa gente. La nostra città ha bisogno di ben altro, di qualcuno che le opere pubbliche le sappia pensare, le sappia ideare e farle realizzare a regola d’arte. non di certo di questi arrangiamenti voluti da amministratori mediocri. Rossano - conclude la nota - ha bisogno di dignità e della certezze del fare. Oggi più che mai."