118 Cosenza, il Tdm: denunciamo da anni ciò che le Iene hanno evidenziato
"È dei giorni scorsi il servizio che Le Iene hanno trasmesso sulle reti Mediaset e riguardante un caso di presunta malasanità in cui a farne le spese è stato un giovane cittadino il quale ha perso la vita; il malcapitato cittadino, colto da malore, pur essendo distante solo 3 km dal più vicino pronto soccorso ha dovuto attendere più di mezz’ora l’arrivo di una ambulanza rimettendoci la vita nonostante l’intervento della guardia medica messo in dubbio nella sua efficacia dalla stessa trasmissione. Ancora una volta si ripresenta l’annoso problema della prontezza ed efficacia dei soccorsi, dell’utilizzo delle risorse presenti sul territorio, della organizzazione del sistema di emergenza urgenza 118 nella provincia di Cosenza, dell’utilizzo delle guardie mediche e della loro reale capacità a soccorrere quando attivate dalla centrale operativa 118."Lo scrive in una nota l'ufficio stampa TDM Alto Tirreno Cosentino
"Sulla vicenda è intervenuto l’avv. Domenico Oliva, referente del Tribunale per i diritti del malato dell’Alto Tirreno Cosentino il quale così si è espresso: "E' da anni che, tra ripetute denunce di diverso tipo, cerchiamo di richiamare l’attenzione della direzione generale ASP su un problema che non deve e non può essere ignorato né sottovalutato. La distribuzione, l’organizzazione e l’utilizzo delle risorse presenti sul territorio in materia di emergenza urgenza 118, credo, debba avere la precedenza su qualsiasi altro argomento di natura sanitaria perché quando si parla di 118 si parla di salvare vite umane."
"Episodi come quello denunciato da Le Iene sono molto frequenti e accadono, spesso, per una scarsa presenza di risorse che, per la conformazione topografica, sono insufficienti a fornire la giusta copertura territoriale; se a ciò si aggiunge la incapacità di molte guardie mediche a prestare il giusto soccorso sia farmacologico (per mancanza dei farmaci adeguati) sia riguardo alle manovre (per la mancata frequenza, da parte dei medici, di corsi di formazione che li aggiornino periodicamente su manovre e nuovi protocolli di intervento) allora capiamo quanto urgente sia l’adozione di provvedimenti che riorganizzino il 118. – così prosegue l’avv. Oliva – Tempo addietro facemmo una proposta, all’allora direttore generale ASP, che se accolta avrebbe portato ad un risparmio annuo di circa 14 milioni di euro con un contestuale più capillare potenziamento della struttura 118 presente sul territorio provinciale; tale progetto da realizzarsi nell’arco di qualche mese avrebbe consentito, inoltre, di utilizzare quei 14 milioni nell’adozione di un sistema, simile a quello adottato in altre regioni da anni, che avrebbe consentito di affiancare alle guardie mediche infermieri specializzati in emergenza e soccorso extra-ospedaliero garantendo una estesa tutela alla cittadinanza, una maggiore tranquillità di intervento alle guardie mediche, un abbattimento del numero di ospedalizzazioni con conseguente ulteriore risparmio, di colmare il tempo di arrivo delle ambulanze con una assistenza medica che garantisse una prima stabilizzazione dello stesso paziente."
"Purtroppo meccanismi occulti hanno fatto si che tale proposta di indubbio miglioramento del servizio non venisse neanche valutata e considerata facendo permanere la situazione con le conseguenze che il programma televisivo Le Iene ha messo in evidenza. L’appello che rivolgiamo al direttore Mauro - conclude Oliva - è quello di ascoltare la nostra proposta e valutarla al di fuori di contesti e meccanismi consolidati e radicati, all’interno dei quali ritroviamo anche il direttore della c.o.118 Borselli (apparentemente indifferente ad ogni proposta e quasi sordo alle stesse), che ne blocchino la considerazione; non si comprende, infatti, perché altre regioni abbiano realizzato un sistema di emergenza 118 efficiente mentre Cosenza sia rimasta indietro nonostante sia una tra le prime città in Italia ad aver organizzato il 118. Si spera in una pronta, attenta e intelligente risposta da parte del direttore Mauro per come, d’altra parte, la criticità della situazione richiede.”