Tdm: carenze e lacune nella sanità cosentina, Dg Asp risolva problemi
“Pronto soccorso che sembrano lager o centri africani, reparti carenti di personale e a momenti fatiscenti, servizi sul territorio che costano un occhio e sono pressoché inesistenti, addirittura animali che pascolano all’ingresso di ospedali, un sistema di emergenza-urgenza che non rispetta la normativa prevalente, associazioni di supporto al 118 a due corsie di preferenza, guardie mediche chiamate a intervenire su tutti i tipi di patologie (anche di urgenza) ma sprovviste di mezzi e competenze per poter prestare adeguati soccorsi in attesa delle ambulanze.”
Questa è la denuncia del tribunale del malato dell’alto Tirreno cosentino nei confronti dello stato della sanità pubblica dell’ASP di Cosenza e della sua direzione generale attraverso la quale si mettono in rilievo delle carenze e lacune che a detta del Tdm appaiono “di estrema gravità”.
“Leggiamo sui quotidiani – affermano - di tutto e di più sulle ore di attesa nei pronto soccorso e sulle condizioni in cui i pazienti attendono; la cronica mancanza di barelle o di personale che accompagni il paziente del pronto soccorso in giro per i vari reparti diagnostici (ad esempio radiologia); ambulanze del 118 che giungono sul posto ben oltre i tempi di arrivo previsti dalla normativa vigente con pericolo per la salute pubblica e grande precarietà per l’incolumità di chi deve essere soccorso (basti pensare a tempi di arrivo di 40/50 minuti); associazioni che chiedono un incontro con Gratteri per riferire di particolarità e del diverso trattamento rispetto ad altre; e poi troviamo una nuova vera e propria era feudale ove si fa della cosa pubblica, della sanità pubblica quasi proprietà privata, gestita a proprio piacere e a proprio comodo, con incarichi, convenzioni e soldi dati chissà sulla base di quale criterio e sempre, guarda caso, agli stessi soggetti”.
“Mauro - prosegue l’avvocato Domenico Oliva, referente del Tdm – faccia venir meno questo status di cose e se non fosse in grado di gestire l’ASP, valutiamolo dai risultati, si dimetta immediatamente cedendo il suo posto ad un nuovo direttore generale che gestisca diversamente l’ASP di Cosenza sia pur nominato dalla politica. Considerando che la sua depressione, accertata giudizialmente, potrebbe incidere sulla sua capacità gestionale di direttore generale abbandoni la sua poltrona da duecentomila euro annui e pensi alla sua salute visto che lo stress da direttore generale è certamente superiore a quello del suo precedente incarico. Ci sarà certamente chi sarà dispiaciuto delle sue dimissioni o della sua rimozione ma sicuramente non la maggioranza; e poi in questi ultimi giorni in cui, pare per malattia, è irrintracciabile forse è il caso che prolunghi questa sua assenza”.