Eni contro Eni. Appaltatori del gas e movimento No Triv all’assalto del Comune di Crotone

Crotone Politica

Sarà pure e soltanto una suggestione del tipo che i secondi fini sono sempre presenti in queste cose di liste ed elezioni comunali. Ci sta anche che la notizia a ‘intuitu personae’ è davvero con quel ‘avuto riguardo alla persona’ ma poi non devi obbligatoriamente spiegare tutto quel che gli gira attorno. Tipo un contratto per un retroporto abbandonato o un backstage alla Rino Gaetano con oasi metalliche e sceicchi precompressi in Kuwait o fermarsi a descrivere un retroscena di periferia coloniale come fosse un sontuoso palcoscenico politico a Montecitorio.


Comunque va da sé che viene l’istinto a leggere bene e a leggere in fretta, proprio in questi giorni brevi di campagna elettorale che dura effimera solo quattro settimane e mezzo, per vedere chi si affaccia alla vita pubblica locale aspirando alla fascia tricolore del Comune di Crotone. Città estrema come il sud che rappresenta: povero, abbandonato, derelitto, sottosviluppato e sfruttato, inquinato, meticciato. La copia autentica di un quadro pietoso, ex capoluogo di una provincia rottamata, ex capitale industriale della Calabria, sempre in coda alle classifiche economiche, la maglia nera più povera e arretrata tra i tutti comuni dell’Anci che pure vanta il presidente regionale della categoria, l’ormai canuto e vetusto sindaco Vallone, renziano ad honerm, presidente regionale abbastanza superfluo del Pd calabrese.

Ma che al contempo, e chi si scontenta come al solito non gode, vanta due o tre lussi straordinari del tipo la Cenerentola d’Italia che stacca il suo primo abbonamento in Serie A per giocare con la Vecchia Signora, il distretto energetico più produttivo del Paese con il più grande parco eolico d’Europa, due centrali a biomasse con profitti e plusvalore che vanno a mille, una centrale elettrica a turbogas, tre o quattro trivelle dell’Ente petrolifero a ridosso della costa che pompano quasi il 20% del fabbisogno italiano di metano, una centrale idroelettrica silana, una fabbrica ex gruppo Marcegaglia, qualche altro piccolo dettaglio industriale di settore e but not least, anche il Cara più popoloso, una piccola colonia ‘sine suffragio’ di oltre duemila immigrati tra profughi e clandestini che va oltre la popolazione media degli oltre trecento microcomuni dell’intera regione.

Cittadini stremati in una terra dove sventola la bandiera bianca della miseria e della disperazione meridionale chiamati a votare, sia per dovere che per diritto, avranno di che trovare nell’enorme catalogo di persone e politici, spulciando tra le milizie dei candidati che avanzano, girando a zonzo nella moltitudine crotoniate che postula una preferenza, alla fiera delle vanità politiche no perdigiorno di paese, nella turba plebea degli aspiranti consiglieri e primo cittadino.

La vera novità politica di questo turno Comunale:

il confronto indiretto, a distanza, tra la lista del movimento No Eni

e una coalizione politica nuova di zecca


E quasi quasi seguendo l’eco più che il fiuto della famosa frase del letame in cui se hai il ‘fattore c…’ ci puoi trovare un diamante, ecco spuntare la vera novità politica di questo turno comunale. Il confronto indiretto, a distanza, se si vuole pure sproporzionato tra la lista dei ‘quattro gatti’ (*ma attenzione non è un’offesa ma solo e con rispetto l’uso di una figura allegorica) capeggiati dal candidato Pietro Infusino, con una sola lista di appartenenti al movimento No Eni, e una coalizione politica nuova di zecca, con quattro liste ben frequentate, che fa capo all’imprenditore Antonio Argentieri Piuma.

Il neo politico che si proclama oltre il centro destra, il centro sinistra e quant’altro, ha un curriculum secco ed excutive, da manager che non si perde in chiacchiere perché il tempo anche in politica è sempre denaro. Alla testa di un’azienda che “ha superato con esito positivo i processi di qualifica previsti per i fornitori di Eni SpA, Saipem SpA, Enel SpA per i gruppi merceologici riportati nelle comunicazioni ricevute dalle sopracitate Società”, ha tirato su in poche settimane un vero e proprio esercito di proseliti, affiancato dal suo collega assoindustriale Sergio Torromino.

Anche lui uomo del fare, titolare della Metal Carpenteria Srl che “opera nel settore metal meccanico, azienda dedita principalmente alle manutenzioni degli impianti industriali (metallurgici e petrolchimici) presenti nell’area di Crotone, maturando significative esperienze nell’ambito della costruzione di impianti industriali, piping, apparecchiature a pressione, carpenterie metalliche strutture off-shore e principalmente strutture per impianti di perforazione on-shore.”

In un vero e proprio bouquet di nomi

spiccano quelli dei due principali appaltatori ufficiali

regolarmente certificati dall’opendata dell’Anac


Insomma Davide contro Golia, il petrolio e il gas metano che scendono in campo per dare una mano non si è capito ancora bene a chi. Fatto sta che i due pezzi da novanta della plutocrazia industriale calabrese, entrambi uomini di spicco, capi azienda espressione forte del ceto industriale locale e regionale, sono in una battuta la “short list” dei più importanti, potenti e ambiziosi appaltatori dell’Eni non solo in Calabria ma in Basilicata e in vari altri siti italiani ed esteri dove svetta lo stemma giallo nero del Cane a sei zampe.

In un vero e proprio bouquet di nomi misti a ingegneri, illustri medici con cattedra universitaria, colletti bianchi delle principali associazioni della borghesia cittadina, pezzi da novanta del ceto intellettuale del territorio doc, professionisti e avvocati, persino la ex vicesindaco di una delle giunte uscenti del Pd, spiccano i nomi dei due principali appaltatori ufficiali regolarmente certificati dall’opendata dell’A.N.A.C.; Argentieri Piuma è uno dei più accreditati e apprezzati uomini del territorio da parte dei manager Eni, attualmente a capo della sua società in accomandita semplice “Icel” che ha contratti di migliaia e migliaia di euri con la società petrometanifera.

Solo loro, puliti e legali, liberi e belli, completamente in assenza della politica che conta e che comanda a Roma dove pure le ministre qualche amichetto di cuore nell’Eni lo trovano sempre?

In qualche modo il simbolo della multinazionale aleggia alle loro spalle, fa da sfondo ai vessilli municipalisti. Per essere positivi addirittura a ben guardare alza pure il tono di un confronto elettorale che come al solito finisce sempre per ridursi in una politicizzazione della parentele e in una sagra del clientelismo.

Sapesse contessa, quei quattro ignoranti … Soprattutto dopo l’esito referendario sulle trivelle che nella città pitagorica ha fatto registrare una buona affluenza alle urne come non si vedeva da parecchio. E con un no secco a nuovi pozzi più o meno pari al 33 per cento attivo dello stesso corpo elettorale che andrà alle urne per le Comunali.