Tentato omicidio a Cassano, acquisite le prove scientifiche
Si è da poco celebrata la prima udienza penale del processo, presso il Tribunale di Castrovillari, con cui Antonio Panebianco, di Cassano Ionio, viene giudicato per tentato omicidio aggravato nei confronti di Francesco Garofalo e Angelo Salerno.
Il collegio penale di Castrovillari, il 3 maggio scorso, ha segnato il primo punto in favore dell'accusa e della parte civile Francesco Garofalo, emanando - dopo una breve camera di consiglio - l'ordinanza ammissiva delle prove istruttorie per come erano state richieste dalla stessa parte civile con l'avvocato Livio Faillace del foro di Castrovillari, nonostante le eccezioni di nullità sollevate dalla difesa di Panebianco con l'avvocato Le Pera. del foro di Cosenza.
La questione che ha tenuto banco e su cui il collegio ha preferito prima riflettere, ritirandosi brevemente in camera di consiglio, è stata l'ammissione o meno degli accertamenti tecnici e scientifici che incastrerebbero Panebianco e che dimostrerebbero, secondo l’accusa, che sia stato lui ad esplodere, da distanza ravvicinata, i colpi di arma da fuoco contro Garofalo, anche durante la fuga di quest’ultimo.
Il fatto accadde in località Gagone di Cassano Ionio dove per motivi ancora poco chiari (si attendono le prove testimoniali ancora da raccogliere a dibattimento) Panebianco avrebbe attinto Garofalo e Salerno con colpi di arma da fuoco esplosi ad altezza d'uomo anche durante la fuga dei due. Poi sarebbe stato riconosciuto dalle stesse vittime in quanto fermato poco dopo sulla stessa scena del crimine.
Dopo la recente udienza preliminare che si era conclusa già con il rinvio a giudizio di Panebianco, la prima udienza dibattimentale si è tenuta proprio per decidere sull'ammissione dei mezzi istruttori, ossia sull'ammissione delle prove su cui accusa e difesa si dovranno confrontare. Fondamentale era, pertanto, capire come il Collegio penale del Tribunale di Castrovillari si sarebbe regolato sull'ammissibilità o meno delle prove scientifiche raccolte, sulla natura ripetibile o meno delle stesse.
Le prove (i bossoli, l'estrazione del dna, lo stub) furono raccolte sul posto dai Carabinieri della Tenenza di Cassano Ionio intervenuti in soccorso di Garofalo e Salerno; dopo, gli stessi rilievi furono elaborati dai Ris di Messina. Per cui stando alla tesi della difesa, l’avvocato Le Pera, non sarebbero stati assunti tali accertamenti tecnici con le garanzie di legge (in assenza di contraddittorio) proprio perché irripetibili (lo Stub per il ritrovamento delle polveri da sparo sul corpo del Panebianco fermato dopo qualche minuto sulla stessa scena del crimine, l’estrazione del DNA e l’analisi balistica sui bossoli ritrovati per terra), tutti accertamenti che per la difesa di Panebianco sarebbero, quindi, nulli e inutilizzabili nel processo.
Acquisite con le dovute garanzie di legge e pienamente utilizzabili, invece, secondo la tesi della difesa di Garofalo e per il Pm, in quanto ritenuti accertamenti tecnici e scientifici ripetibili, mentre per il Dna rinvenuto a bordo dell'autovettura da cui sono stati esplosi i colpi di arma da fuoco, era stata eseguita solo l'estrazione ma non l'accertamento tecnico vero e proprio, ossia non la comparazione con altro Dna nucleare, per cui, stando alla tesi della parte civile, tutti gli accertamenti potevano tranquillamente confluire nel fascicolo del dibattimento.
Dopo una breve camera di consiglio in cui si è ritirato il Collegio penale dei giudici che ha avuto, così, modo di riflettere sul punto controverso e decisivo, lo tesso ha accolto le richieste istruttorie del PM e della Parte civile, ammettendo gli accertamenti scientifici eseguiti contro Panebianco e che potranno così essere utilizzati regolarmente contro di lui, senza alcun vizio invalidante ai fini della decisione, dopo l'audizione durante il processo degli stessi Carabinieri del Ris di Messina che verranno comunque sentiti nelle prossime udienze.