Sbarco di 290 migranti a Reggio, fermati i 2 presunti scafisti

Reggio Calabria Cronaca

Mohamed Osama Abdelgwad, 21enne, e Alhalim Mohamed Abd, 28enne, entrambi di nazionalità egiziana, sono stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due avrebbero collaborato con altre persone per fare entrare migranti allo scopo di reclutare persone interessate ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro pagamento di somme di denaro; organizzare ed eseguire, insieme ad altri, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso l’Italia, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto terrestri, per raggiungere le località di mare di partenza (nord-africane) e navali per effettuare la traversata del Mar Mediterraneo in direzione delle coste italiane; assumere il ruolo di scafista o addetto al governo dell’imbarcazione utilizzata per il trasferimento in Italia degli immigrati clandestini.

I due, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, avrebbero condotto dalle coste libiche verso la nostra Penisola un’imbarcazione a bordo della quale viaggiavano parte dei migranti giunti nel porto di Reggio Calabria in occasione dello sbarco dello scorso 24 maggio, procurando l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.

I migranti, a bordo di un natante di fortuna, dopo aver pagato una somma di denaro agli organizzatori dei viaggi, sono partiti dalle coste nord africanane, circa 10 giorni fa, viaggiando per diversi giorni e cambiando più imbarcazioni durante la traversata. Il tutto nella totale assenza di dotazioni di bordo per l’emergenza e per la tutela dell’incolumità personale oltre che con insufficiente scorte di cibo ed acqua.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia, e condotte dalla Squadra Mobile reggina con la collaborazione della Guardia Costiera, avrebbero permesso, inoltre, di scoprire il traffico con le aggravanti per i soggetti resisi responsabili dei reati di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone; di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità; di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante; di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto. Proseguono, pertanto, le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.