Affidata al Fai la riserva naturale dei “Giganti della Sila”

Cosenza Attualità

È stato presentato oggi, presso il Centro Visita Cupone di Camigliatello Silano, Spezzano della Sila, l’affidamento al FAI (Fondo Ambiente Italiano) dal 1 giugno, della gestione della Riserva Naturale “I Giganti della Sila”.

All'incontro hanno partecipato il Commissario Straordinario e il Direttore dell'Ente Parco, Sonia Ferrari e Michele Laudati, il Presidente e il Vicepresidente Esecutivo del FAI, Andrea Carandini e Marco Magnifico, il Presidente Regionale del FAI Calabria e la Capo Delegazione del FAI di Cosenza, Anna Lia Paravati e Laura Carratelli, il Vicepresidente della Regione Calabria, Antonio Viscomi, il Sindaco del Comune di Spezzano della Sila, Tiziano Giuseppe Gigli, e Maria Silvia Mollo, della famiglia che ha donato al Fai l'omonimo “casino”.

L’accordo è nato dalla necessità di garantire una più ampia e completa fruizione di questa preziosa area protetta, ultima tangibile testimonianza dell’antica e suggestiva foresta primigenia dell’altopiano della Sila, la “silva brutia” di cui già i Romani utilizzarono il legname per le loro leggendarie triremi.

La Riserva “I Giganti della Sila” è stata dunque concessa in comodato gratuito per venti anni al FAI - che ha maturato un’ampia e positiva esperienza nel recupero e nella gestione di beni di grande rilevanza storica, architettonica, paesaggistica e ambientale - che ne garantirà la regolare apertura giornaliera al pubblico da maggio a ottobre e su appuntamento negli altri mesi dell’anno se le condizioni meteorologiche lo permettono. Saranno inoltre definiti e promossi itinerari storici e paesaggistici per lo sviluppo e la conoscenza del territorio e visite guidate a tema naturalistico per far scoprire la flora e la fauna tipiche della foresta silana.

Il Parco Nazionale della Sila manterrà la responsabilità della gestione della Riserva per quanto relativo agli aspetti di tutela dell’ecosistema e conservazione della biodiversità.

“Con l'accordo con il FAI vogliamo favorire un'attività congiunta di valorizzazione della Riserva che tenga conto delle caratteristiche e delle straordinarie specificità di un luogo della Sila di rara bellezza, così che questo posto incantevole possa essere maggiormente conosciuto e fruibile” ha detto il Commissario del Parco, Sonia Ferrari.

“La fiducia che il Parco della Sila dimostra nella collaborazione, sancita dall’Articolo 118 della Costituzione, tra pubblico e privato nella gestione e valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico della Nazione - ha sottolineato il Presidente del FAI, Andrea Carandini - è per me un nuovo motivo di orgoglio sia come Presidente del FAI che come cittadino italiano. È una gioia poter finalmente portare la nostra esperienza in una Regione meravigliosa come la Calabria, la cui prodigiosa storia culturale e civile tuttora affianca a brani di paesaggio che lasciano il turista senza parole.”

Lo scopo dell’accordo è dunque quello di conservare e promuovere al meglio – inserendolo nel sempre più ampio network dei beni gestiti dal FAI - un ultimo nucleo di pini larici ultracentenari la cui origine si stima risalga al 1620-1650, quando il proprietario del terreno, nel costruire una dimora estiva e una filanda, si preoccupò di abbellire e proteggere le case con filari di aceri montani e di impiantare la pineta sotto la quale creare ricoveri non appena la copertura e la consistenza del bosco l’avessero consentito.


I GIGANTI DELLA SILA

Istituita dal Ministero dell’Ambiente con un decreto del luglio 1987, la Riserva “I Giganti della Sila”, chiamata anche “Riserva Naturale di Fallistro” dal nome della località in cui è ubicata, è un bosco di circa 5,44 ettari dall’aspetto e dall’atmosfera fiabeschi, che si estende lungo un leggero pendio ad un’altitudine di circa 1.420 m all’interno del Parco Nazionale della Sila. Qui svettano pini larici ultracentenari di dimensioni maestose, i cui tronchi hanno spesso oltre 45 metri di altezza per due metri e più di diametro alla base e formano un vero e proprio colonnato naturale, alberi monumentali ormai estremamente rari in Europa.

Le piante presenti nella riserva, una fonte inesauribile di insegnamenti sulle peculiarità del pino nero di Calabria, vengono lasciate crescere senza importanti interventi da parte dell’uomo ed anche gli esemplari abbattuti dagli elementi naturali o dalla vecchiaia sono lasciati sul terreno, dove rimangono esposti ai normali processi biologici di deterioramento in un rispetto integrale dell’ecosistema e della biodiversità. Ogni albero secolare è stato catalogato dal Corpo Forestale dello Stato e le sue caratteristiche sono evidenziate in specifiche tabelle in prossimità di ciascun esemplare e, nell’areale circostante, oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani, di cui sette, situati ai margini della Riserva, sono centenari. Di fatto la Riserva di Fallistro è una rara eredità dell'antica foresta silana, che in gran parte fu presente fino agli inizi del Novecento ma che in realtà era già stata ridotta di molto con l’Unità d’Italia, quando venne sacrificata per rifornire di legname pregiato il nuovo Regno, e che poi subì un altro duro colpo nell’immediato secondo dopoguerra, quando una gran quantità di legname costituì pegno da pagare agli alleati britannici e americani per aver liberato il Paese.