Mammola, danneggia auto e locali per vendetta. Arrestato
I carabinieri di Rocella Jonica hanno eseguito, nella casa circondariale di Locri, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip, nei confronti di un 23enne originario di Mammola, Nicodeno Scali: l’uomo è accusato di aver danneggiato a colpi d’arma da fuoco l’abitazione di una 48enne, anch’essa di Mammola, e di aver incendiato il negozio della stessa e una Fiat 500, oltre che di aver dato fuoco ad una Seat Arosa di un’altra 38enne del posto e di altre due vetture che erano parcheggiate nelle vicinanze.
Il provvedimento eseguito dai militare nasce dalle investigazioni condotte dal militari all’indomani di due danneggiamenti, avvenuti nel gennaio del 2015, e che riguardarono una donna del posto impegnata, insieme ad altri, in un gruppo d’ascolto locale, il “Mammolapuntolife”. All’epoca dei fatti, l’accaduto generò un clima di tensione e paura tra la cittadinanza e, più in particolare, proprio tra i membri del gruppo che erano divenuti dei veri e propri bersagli.
In collaborazione con il Nucleo operativo della Compagnia, i militari avviarono le indagini utilizzando intercettazione telefoniche, videoriprese, analizzando tabulati telefonici ed eseguendo interrogatori: il tutto, secondo gli investigatori, avrebbe consentito di delineare il movente dei danneggiamenti.
Sempre in base all’ipotesi dei militari, Scali avrebbe nutrito rabbia e vendetta a causa della decisione della madre di lasciare definitivamente il tetto familiare per recarsi, insieme al figlio minorenne, in un luogo protetto. La decisione di separarsi dal marito sarebbe maturata durante il periodo in cui la donna avrebbe avuto contatti con i componenti del gruppo d’ascolto. Donna che, spiegano gli investigatori, sarebbe stata costretta a fronteggiare costantemente un atteggiamento ostruzionistico da parte dei figli, sfociati a volte anche in episodi di violenza.
Per i militari, dunque, gli atti compiuti dal giovane sarebbero azioni “dimostrative” a scopo intimidatorio, come monito, in pratica, per chiunque fosse intervenuto nella questione familiare. Scali è stato dunque arrestato e sottoposto alla misura cautelare in carcere dove era già detenuto poiché ritenuto responsabile dell’incendio avvenuto il 26 marzo scorso al “Bar Paradise”, del danneggiamento ed incendio della porta di casa di una delle donne già vittima di precedenti intimidazioni e del danneggiamento della porta antipanico, di alcuni tavoli, piatti e bicchieri all’interno di un ristorante del posto.