I ragazzi di “Impronte ed Ombre” incontrano Tiberio Bentivoglio
Tiberio Bentivoglio. Un nome ben conosciuto a Reggio Calabria. Lui, che ha scelto di denunciare le richieste estorsive delle cosche e di costituirsi parte civile nei processi scaturiti dalle sue denunce. Lui, destinatario di intimidazioni fatte di attentati, furti, danneggiamenti. Lui, vittima anche di un tentato omicidio. Lui, testimone di giustizia, racconterà ai ragazzi di “Impronte ed Ombre. Vite, storie e immagini di vittime della ‘ndrangheta” la propria esperienza di lotta al racket.
E’ la VI visita – studio che si inserisce in quel percorso di diffusione della cultura della legalità, cuore del progetto, che mira alla promozione del contrasto alle mafie e a una profonda presa di coscienza dell’incidenza del fenomeno della criminalità organizzata sul territorio. Un percorso che proseguirà fino alla fine del 2016, diffondendo nella provincia di Reggio Calabria prodotti audiovisivi e teatrali e creando opportunità di sviluppare un’analisi delle buone pratiche e delle criticità che persistono nella zona.
Una storia che va avanti da più di vent’anni quella di Bentivoglio, “reo” di aver detto no al pizzo. Uno stillicidio di attacchi quello che ha subito l’imprenditore reggino con cui le ‘ndrine gli hanno fatto pagare la propria ribellione. E che ha visto l’ultima azione da parte della ‘ndrangheta consumarsi nel febbraio scorso quando un incendio, di chiara matrice dolosa, ha distrutto il deposito della sua “Sanitaria Sant’Elia”.
Ma adesso Tiberio ce l’ha fatta. Di recente gli è stato assegnato un immobile confiscato alla ‘ndrangheta e situato nel cuore di Reggio Calabria, lungo il Corso Vittorio Emanuele. Oggi lì sorge il suo negozio di abbigliamento per bambini. Una realtà targata “no pizzo” e costantemente presidiata dai militari dell’esercito. Una realtà che ha potuto vedere la luce anche grazie a una mobilitazione che si è costituita attorno a Tiberio e a sua moglie Enza, culminata nella raccolta dei fondi necessari per sostenere spese di avvio dell’attività. Ed è qui che sabato 11 giugno, alle 14 e 45, si svolgerà la visita studio dei ragazzi di “Impronte ed Ombre”. Un incontro fortemente voluto perché l’imprenditore reggino è l’esempio della Calabria che resiste e che ce l’ha fatta.
Non si è piegato alla schiavitù della ‘ndrangheta, non si è messo a sua disposizione, non ha mai ceduto. Ha dovuto lottare contro tutto e tutti. Attorno a lui si è costituita, anche grazie al sostegno di Libera, una capillare rete di solidarietà simbolo della Calabria positiva. Di quella Calabria che si ribella, che parla della ‘ndrangheta, che ne approfondisce dinamiche e strutture. Di quella Calabria di cui anche i ragazzi di “Impronte e Ombre” fanno parte, impegnandosi a portare avanti la memoria delle vittime e combattere la mentalità mafiosa con le armi della cultura. Prosegue così, con il racconto di esperienze vissute, con la condivisione, con la conoscenza, l’iter verso la costruzione di un percorso condiviso di legalità, cuore pulsante del percorso progettuale.