Serrao (Quartieri) sulla situazione della sanità calabrese
"Mai nome fu più appropriato per un commissario al piano di rientro della sanità calabrese: Scura! Nell’immaginario evoca uno strumento da taglio o il buio più assoluto in gergo dialettale e, dalla saggezza popolare scopriamo, ove mai ce ne fosse ancora il dubbio, che Scura un taglio al buio della sanità calabrese sta perpetrando, in un ragionamento autoctono su un pallottoliere domestico che desertifica un intera regione, mortifica la dignità di una comunità, ma soprattutto non incide positivamente perché incapace di un dialogo con i territori, oltre che incapace di un dialogo con quanti deputati a rappresentare i calabresi."E' quanto scrive in una nota Alfredo Serrao Presidente “I Quartieri” - movimento politico
"Per dovere di onestà - aggiunge Serrao - dobbiamo peraltro evidenziare che questa incapacità è caratteristica anche della politica regionale, con il governatore Oliverio in testa, il quale non percepisce il suo dovere di relazionarsi con i lanzichenecchi che il suo Renzi ha mandato in Calabria, non tanto per un vezzo di cortesia, quanto perché, purtroppo lui –il governatore – è stato deputato dai calabresi a rappresentarli. In questo scenario la sanità è al collasso. Collassano non solo le strutture ospedaliere pubbliche diventate ormai dei gironi danteschi, ma collassano anche gli sforzi imprenditoriali dei tanti che hanno creato in Calabria strutture complementari essenziali e di eccellenza, proprio oggi che, eccellere non è più un merito, ma un demerito conclamato nel limite ragionieristico di Scura. C’è la certezza che il commissario ad acta Scura non conosca completamente lo stato dell’arte, indipendentemente dai report e dalle statistiche – peraltro discutibili – tanto che non comprende la gravità sociale di determinate patologie cui fanno riferimento le strutture di assistenza extra ospedaliere che gestiscono le residenze per anziani e disabili, la riabilitazione non ospedaliera, le case protette, ecc."
Una non conoscenza – voluta? – che si concretizza nel Dca 26/2016, - prosegue la nota - che in mancanza di riallineamento del budget complessivo, ha totalmente bloccato il regime di ricoveri nelle strutture, ha esasperato le liste di attesa presso le Asp locali ormai misurabili in chilometri, ha tagliato circa il 15% dei posti letto accreditati nelle strutture, ha messo in serio predicato un congruo numero di posti di lavoro nelle strutture private, ma fondamentalmente ha tagliato una speranza di assistenza professionale a quelle famiglie che vivono, nel silenzio dignitoso e nell’isolamento sociale, delle malattie neurogenetiche devastanti e totalizzanti. Il rispetto sarebbe il comune denominatore che Scura dovrebbe adottare quando parla di sanità e, soprattutto, quando parla di un certo tipo di sanità che intercetta e allevia i bisogni delle cosiddette malattie invisibili! Un rispetto che non si liquida con quelli che sembrano solo esercizi dialettici, quando parla di potenziamento dell’assistenza domiciliare. Ma, di quale assistenza parla Scura? Conosce che anche in questo settore siamo all’anno zero in Calabria? E poi chi dovrebbe garantire assistenza domiciliare per patologie altamente invalidanti – tipo Alzheimer – che necessitano di personale autenticamente professionale e di strutture dedicate?"
"Queste sono domande che Scura glissa, mentre il suo sodale Oliverio ignora. Già, perché la concezione che vive e resiste e che, si parla di pazienti solo da dimenticare, in considerazione che proprio la Calabria è forse, una delle poche regioni che mai si è dotata di un piano specifico e strutturale sul territorio per la malattia dell’Alzheimer, nonostante annoveriamo un centro di riferimento nazionale diretto dalla dott. Amalia Bruni, che è un'altra di quelle eccellenze, non compatibile con la gestione della sanità regionale.Il rispetto è un fatto dovuto a questo punto, senza scherzi e senza bugie istituzionali, salvo che il buon Scura non consideri assistenza domiciliare, una forma imperfetta di balcanizzazione della sanità, inclusa la gestione dell’anziano disabile, affidata alle cure di un esercito di badanti, per niente specializzate e soprattutto inadatte a dare una risposta sanitaria a cittadini, che non meritano di essere considerati come un fastidio. Noi pretendiamo - conclude nota - rispetto, lo pretendiamo come soggetti attenti alle vicende politiche e sociali della nostra Calabria, lo pretendiamo come familiari di cittadini affetti da patologie neurodegenerative.Un rispetto che non è una regalia, tanto da poter diventare momento di organizzazione e di protesta di tutte quelle famiglie calabresi, che vivono un disaggio e che considerano le strutture private per l’assistenza extra ospedaliera un valore irrinunciabile, da non fare diventare esclusive rispetto alle capacità dei calabresi, ma che tornino ad essere inclusive sul territorio, recuperando una funzione non tanto e non solo imprenditoriale, quanto altamente sociale."